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Unificazione delle ASP al Buio (14 sett 2012)

120924-Unificazione ASP - appuntamento-al-buio
Articolo di: 
   del: 17 aprile 2015

Nota del 14 settembre 2012:  https://www.facebook.com/notes/marco-piazza/unificazione-delle-asp-appuntamento-al-buio/508444922517935

Da tempo antichissimo, forse da sempre, la carità umana si rivolse a soccorrere il vecchio, la donna e il poverello, che in misere  condizioni, sprovvisti di tutto, incapaci a qualsiasi lavoro, non avevano alcun alloggio per dormire e per proteggersi.

Sorsero così, in forme rudimentali, gli Ospizi che ospitando tanta povera gente che, rimasta sola, senza appoggi, e senza alcun affetto di parenti, trascinando in solitudine la più squallida esistenza, aveva bisogno di asilo.

Gli ospizi si sono poi evoluti in ricoveri o opere Pie che hanno attraversato i secoli giungendo fino a noi in diverse forme (IPAB e ASP) sempre svolgendo un servizio utile ed efficiente… FINO AD OGGI!

 

Oggi a Bologna sono rimaste 3 ASP (Aziende pubbliche di Servizi alla Persona) che derivano a loro volta dall’unificazione di una decina di IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza) avvenuta pochi anni fa in base alla legge regionale 2 del 2003 che prevedeva anche forti sgravi fiscali per incentivare la razionalizzazione del sistema e promuovere questa trasformazione e accorpamento delle IPAB in ASP.

 

Le 3 odierne ASP presenti a Bologna (Opera Poveri Vergognosi, Irides e Giovanni XXIII) sono importanti (ma non unici) erogatori di servizi sociali ad Anziani, Adulti, Giovani e  “nuove povertà”. Si interfacciano con il Comune di Bologna, i quartieri e con le ASL in un sistema abbastanza complesso di erogazione dei servizi sociali alla persona.

 

Già dai primi mesi di insediamento, questa amministrazione ha dichiarato l’intenzione di unificare le 3 ASP di Bologna arrivando ad un unico soggetto (cd ASP UNICA), in base a condivisibili principi di razionalizzazione del sistema: il lavoro del Comune si semplificherebbe dovendo interfacciarsi con un solo soggetto, unico gestore di servizi sociali in città (anche di quelli oggi non erogati dalle ASP).

 

Il problema è che tra un principio (che condivido) e l’effettiva realizzazione di una fusione di 3 aziende con un ingente patrimonio immobiliare (qualcosa come 160 milioni di euro di valore catastale ICI e oltre 3000 particelle) c’e’ di mezzo un mare di tecnicismi, insidie legali e fiscali, processi aziendali da mettere in moto e che potrebbero anche rendere sconveniente l’operazione.

 

Il 14 maggio 2012 in sede di commissione la giunta ci ha informati aveva avviato due comitati il cui lavoro sarebbe stato disponibile non prima di metà luglio 2012

  • Comitato guida politico: assessori Rizzo Nervo (presidente) Frascaroli, Malagoli, Pillati, Giannini – Tecnici: dott. Quarniolo, Iannucci, Bigi
  • Comitato tecnico: per valutare gli aspetti implementativi, la fattibilità e tradurre le scelte in un percorso tecnico di attuazione (tra i membri vari dirigenti del comune di Bologna, i 3 direttori delle ASP cittadine e le fondazioni socie insieme al comune delle ASP)

PRIMO DOGMA:

Se il comitato tecnico doveva valutare costi e benefici e a maggio stava ancora muovendo i primi passi, come poteva l’assessore Frascaroli ancora prima del 14 maggio dichiarare che da Ottobre 2011 sarebbe partita l’ASP unica??? E lo stesso 14 maggio l’assessore Rizzo Nervo dichiarava: <<la Frascaroli e’ troppo ottimista, per ottobre non ce la faremo, secondo me partiremo ad inizio 2013>>
Ancora una volta si decide a priori che una cosa si deve fare e solo dopo si fa di tutto per dimostrare che è anche conveniente

 

E infatti il 14 maggio chiedo: “Prima di dare per certa l’unificazione non conviene attendere la fine del lavoro del comitato tecnico ed essere certi della fattibilità e della convenienza?”

Risposta: “crediamo utile avere un accesso unitario ai servizi socio assistenziali e dare una gestione unitaria rispetto a quella di oggi delle 3 ASP.”

Ovvero ci piace e lo facciamo indipendentemente dalla valutazione tecnica e dai costi.

Un po’ dubbiosi lasciamo lavorare il comitato il tempo richiesto….

 

Il 13 settembre 2012 i consiglieri di quartiere ricevono la bozza di progetto della fusione: un documento di 94 pagine di cui le prime 68 di introduzione in cui vengono ribaditi i principi condivisibili di partenza.

Solo da pagina 69 troviamo le considerazioni più importanti (e qui i dogmi si sprecano).

 

IL NON-PROGETTO

Tema portante delle 98 pagine del “progetto” di unificazione è che si tratta di un “NON-progetto” ovvero l’1/1/2013 nascerà l’ASP unica solo formalmente con un mero atto societario. Ma tutto il lavoro di effettiva integrazione e quindi la creazione dell’ASP unica comincerà solo quel fatidico 1/1/2013 partendo da zero sotto molti aspetti (organizzativo, logistico, procedurale, personale….). Il non-progetto dichiara infatti apertamente in più punti di voler demandare al futuro management dell’ASP unica alcune questioni fondamentali su cui però nel testo si fanno comunque ipotesi e congetture (quindi basate sul niente).

 

Pagina 54

<< Atteso che l’assetto organizzativo della nuova ASP sarà disposto in autonomia dal nuovo CdA dell’ASP stessa…>>

Pagina 81

<<…specifiche riorganizzazioni aziendali potranno essere condotte dal nuovo management…>>

 

A parte i direttori delle 3 ASP (membri del comitato tecnico) nessun altro dirigente o impiegato dentro alle ASP è stato attivamente coinvolto perché tanto l’organizzazione si deciderà dopo.

 

Secondo me sarebbe stato invece fondamentale coinvolgere TUTTI i dirigenti delle 3 ASP fin dal primo momento per fargli “partorire” una proposta di riorganizzazione, le possibili procedure operative, ipotesi di logistica e sede ecc… questo avrebbe avuto due importanti e fondamentali effetti:

  1. Avviare un processo di confronto tra futuri colleghi coinvolgendoli nel processo di unificazione e quindi motivandoli (come ampiamente spiegato dalle teorie sul “cambiamento aziendale”).
  2. La bozza partorita da questo processo avrebbe dovuto essere una delle basi fondanti di tutte le successive ipotesi del comitato tecnico che avrebbe potuto valutare risparmi, costi e sinergie con maggior cognizione di causa.

 

MANCATO COINVOLGIMENTO

Purtroppo non si è fatto un processo di confronto tra dirigenti e dipendenti della ASP per arrivare ad una bozza tecnica di riorganizzazione, quindi dirigenti e dipendenti sanno di essere su un treno lanciato di cui loro sono solo passeggeri mentre avrebbero potuto dare un importante contributo.

 

La “teoria del cambiamento” (disciplina aziendale su cui sono stati scritti numerosi trattati) ha ormai assodato che una riorganizzazione aziendale mal gestita mette in crisi anche le migliori aziende, pertanto è necessario affrontarla con attenzione e con il maggior coinvolgimento dei lavoratori.

Questa unificazione sta procedendo senza gestire il cambiamento e senza intenzione di farlo. Si dice: “le 3 ASP sono organizzate bene oggi, quindi saranno capaci di organizzarsi bene anche domani!”.

E’ come dire ad un maratoneta che siccome è bravo a correre, lo buttiamo in alto mare e saprà imparare anche a nuotare.

I dipendenti e i dirigenti delle ASP si troveranno quindi buttati in una nuova realtà (la ASP unica) con l’onere di renderla operativa a cose fatte, senza essere stati coinvolti preventivamente.

 

SECONDO DOGMA: LA TASSAZIONE FISSA

Il 14 settembre convoco la commissione bilancio sul tema dell’unificazione delle ASP alla presenza dell’agenzia delle entrate (regionale e provinciale).

Gli chiediamo un parere su quanto si legge a pagina 73 del progetto:

<< Per quanto attiene l’applicazione delle imposte ipotecarie e catastali, si ritiene che nel caso in esame rilevi la disposizione dettata dall’articolo 4 della Tariffa allegata al Testo Unico delle Imposte ipotecaria e catastale, approvato con D. Lgs 31 ottobre 1990, n. 347 (TUIC), il quale prevede la corresponsione delle imposte ipotecarie e catastali nella misura fissa di 168 euro>>

 

Riguardo alla tassazione i casi possibili sono 3:

  • 168 euro x 3 = 504 euro fissi  (art 4 TUIC – Testo Unico Imposte ipotecaria e Catastale) ß Ipotesi che supporta il ComBo nel progetto dell’11/9/2012 a pag 73
  • 1,5 milioni in caso siano 168×3 per tutte le particelle (3011)
  • 16 milioni nel caso peggiore in cui si applichino le aliquote ordinarie sul valore catastale ICI del bene

 

Chiediamo all’agenzia delle entrate quale secondo loro tra le 3 ipotesi si applica e se sono d’accordo con l’IPOTESI del Comune.

 

Risposta: “La materia e’ complicata, fateci un interpello formale e in massimo 120gg vi diamo la risposta certa” (nota: 120gg vanno oltre all’1/1/2013)

 

Perché non si e’  fatto l’interpello all’agenzia delle entrate mesi orsono (il tempo c’era) così che nel progetto si poteva scrivere qualcosa di certo tipo: “IN BASE ALLA RISPOSTA DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE A NOSTRO INTERPELLA LA TASSAZIONE SU QUESTA OPERAZIONE E’ ….”

Invece anche sulla tassazione c’e’ l’ennesima ipotesi.

 

 

IL NOTAIO CHE TUTTI SOGNIAMO

 

Pagina 73:

<<…la mole del patrimonio immobiliare e la conseguente complessità inerente l’atto di trascrizione farebbe ritenere più opportuno l’intervento di un notaio, con conseguente costo stimato pari a circa 6000 euro.>>

 

Un notaio che fa un atto di oltre 160 milioni di euro di valore catastale ICI (di mercato sarebbe molto più alto) per soli 6000 euro???? Avete un preventivo… almeno qui avete un preventivo per dare certezza (e soprattutto per sapere l’indirizzo del notaio più conveniente che abbia mai sentito…).

Nessuna risposta…

 

LA BOMBA A MANO

Pagina 85 del non-progetto di unificazione:

<<

Per quanto riguarda i costi dell’unificazione, si ritiene che non siano particolarmente significativi, in quanto sono limitati sostanzialmente alle spese per la redazione degli eventuali atti notarili ed ai costi di unificazione degli apparati amministrativi e delle procedure informatiche.

>>

 

Quisquiglie…. Questa è una bomba a mano innescata. Come si fa a sottovalutarla così???

 

 

LA SEDE UNICA: RISPARMIAMO SUL MOCIO VILEDA

Questa è un capolavoro:

Pagina 73:

<<…trasferimento degli uffici amministrativi della futura ASP in un’unica sede; … E’ peraltro evidente che la riorganizzazione degli uffici genererà economie di scala e risparmi nella gestione delle utenze e delle spese per servizi.>> (evidente in base a cosa???)

Pagina 86 ancora su questo tema:

<<unificazione delle sedi dei servizi amministrativi, con conseguente risparmio dei costi delle utenze e dei servizi di pulizia, assicurazione etc; >>

 

 

Oggi la sede amministrativa di OPV in via Marsala è circa 1000 mq, quella di IRIDES in via Castiglione altri 500 mq…. Questi immobili, oggi di proprietà delle rispettive ASP, che fine faranno se come dice il piano si trasloca tutto in un’unica sede?

Li mettiamo sul mercato immobiliare in questo momento per svenderli?

Li affittiamo uso ufficio in un momento in cui gli uffici non si affittano neanche a piangere?

Li convertiamo in appartamenti?

Li teniamo vuoti pagando le spese e le tasse e speriamo di ammortizzare con gli EVIDENTI risparmi sui servizi di pulizia?

E la sede unica dove la troviamo? La affittiamo da un privato come per il tribunale? Spero sarà un immobile comunale, o delle ASP o del demanio….

Nessuna risposta.

 

 

CONCLUSIONE

Un progetto che dichiara di demandare tutto ad unificazione avvenuta che non si esprime su molti aspetti.

Sugli aspetti su cui si esprime lo fa per ipotesi e supposizioni molte delle quali appaiono basate su congetture

Lavoratori e dirigenti non coinvolti attivamente

Roulette russa della tassazione: agenzia delle entrate non interpellata

 

Una buona amministrazione  non dovrebbe “ritenere” o “ipotizzare”, dovrebbe avere dei progetti di riorganizzazione già fatti, pronti e condivisi sulla base dei quali fare le considerazione economiche e finanziarie con basso margine di incertezza.

 

 

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