La giunta comunale va avanti imperterrita con la riorganizzazione dei servizi seguendo un modello che fa sempre più fatica a stare in piedi.
L’idea dichiarata è quella di trasferire tutti i servizi sociali alla nuova ASP unica sottraendoli al Comune.
Così come la scuola è stata trasferita all’Istituzione Scuola, così come la refezione scolastica è andata a una società mista e tra pochi mesi sarà completamente privata, così come i musei comunali sono andati nell’Istituzione musei, le biblioteche nell’Istituzione Biblioteche… Tutto si allontana e tutto diventa sempre più fumoso, sempre meno controllabile e sempre più esternalizzabile con ricorso a cooperative, interinali, lavori temporanei, tagli e compressioni….senza che la politica ne abbia la diretta responsabilità. Si allontanano i servizi dalla gestione comunale e dalla politica cittadini, per non avere una diretta responsabilità nel degrado delle condizioni lavorative e nel ricorso a contratti sempre più precari.
Oggi tocca ai lavoratori dei servizi sociali che vedono scomparire dal nuovo organigramma del Comune la casella SERVIZI SOCIALI (andranno all’ASP unica come annunciato) (delibera di giunta approvata martedì 14).
Il tutto procede anche questa volta, come sempre, senza coinvolgere i lavoratori, senza chiare informazioni e senza un chiaro piano di riorganizzazione o che spieghi chiaramente il progetto globale.
L’ASP unica aveva secondo noi grossi problemi di sostenibilità e lo dicemmo chiaramente in sede istruttoria quando ci presentarono improbabilissimi bilanci in pareggio (rimando al post del 14 sett 2012: http://www.bologna5stelle.it/unificazione-asp-bologna-al-buio)
Oggi il bilancio presenta un rosso drammatico e il piano di risanamento punta molto sui risparmi al personale. Trasferire in queste condizioni centinaia di persone all’ASP è quantomeno rischioso. Non sarebbe più prudente cercare di far avviare la neo nata ASP unica e consolidarne la situazione economica prima di mandare allo sbaraglio persone che svolgono un servizio delicatissimo e difficile?
Gli operatori dei servizi sociali, che fanno un lavoro che è più una vocazione, hanno più di altri, necessità di operare in un contesto sereno e ben organizzato che li possa sostenere senza creare ulteriori problemi. Non possono confrontarsi con situazioni umane complesse in un contesto lavorativo a sua volta complesso, instabile, fumoso e demotivante. Il primo riflesso sarebbe sulla qualità del servizio. Il secondo è che queste persone rischiano concretamente il burn out.
E se saltano loro, saltano tante persone che, soprattutto in un periodo di crisi, hanno bisogno di questi servizi.
La CGIL sta distribuendo un condivisibile volantino che denuncia questi rischi e sottolinea tra le altre cose che “questa operazione porterebbe fuori dall’amministrazione comunale la responsabilità politica vera delle scelte sui servizi ai cittadini”
Ci aspettiamo dalla CGIL e dagli altri sindacati una conseguente ferma opposizione a questa operazione per lo meno fino a quando l’ASP unica non raggiungerà un certo grado di stabilità e affidabilità.
Ribadiamo la solidarietà del Movimento 5 Stelle di Bologna agli operatori dei Servizi Sociali