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Carcere Dozza: altri due agenti feriti da un detenuto

Articolo di: 
   del: 18 luglio 2022

Ancora due agenti della polizia penitenziaria aggrediti da un detenuto alla Dozza mentre facevano il loro lavoro. Sulla polizia penitenziaria si scaricano le tensioni e i problemi della detenzione, problemi che sono purtroppo molteplici.  Il numero di incidenti ai danni dei lavoratori della prima linea ci dice che c’è ancora molto da fare nel sistema carcerario italiano: ben 11.000 solo nel 2021.

Ne parlavo nello scorso consiglio comunale in occasione dell’elezione del garante comunale per le persone private della libertà personale: deve essere una priorità migliorare le condizioni delle nostre carceri e le condizioni della detenzione. Se in carcere si vive meglio, anche i progetti di reinserimento sono più efficaci e lavorano meglio anche gli agenti della polizia penitenziaria che oggi si trova invece a dover gestire questioni che non sono più di loro competenza ma che inevitabilmente si riversano su di loro in quanto sono una parte importante del sistema carcerario e soprattutto in costante e diretto contatto con i detenuti, e a cui fanno fronte con professionalità, anche attingendo alle loro capacità personali di relazione.
L’altro dato speculare che conferma la gravità della situazione sono i tentati suicidi tra i detenuti: ben 1.700 nelle carceri italiane nel solo 2021.

 

Un bravo garante dei detenuti dà certamente un contributo al miglioramento delle condizioni dei detenuti e di riflesso ha un impatto positivo anche per le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria.

Ma dobbiamo anche impegnarci per risolvere tutte le altre questioni aperte.
Tra queste i problemi strutturali come il caldo, la mancanza d’acqua… tutte questioni che possono essere un pretesto per fare esplodere le tensioni. In carcere tutto deve funzionare soprattutto se ci sono anche altri problemi più gravi così come la pandemia e il sovraffollamento.

Poi c’è un altro grande tema: la detenzione di soggetti con disagio psichico e con dipendenze dalle sostanze. Su questo ho presentato un OdG, proprio per dare insieme all’ASL, una risposta strutturata ai detenuti con problemi psichici che sono una percentuale importante nelle nostre carceri (anche a Bologna) e che porterebbe la polizia penitenziaria a non occuparsi di problemi che non sono i loro.

Se potessimo dare una risposta diversa e strutturata a queste persone sono convinto che avremmo dato già una risposta importante di miglioramento delle condizioni di detenzione.

Infine concludo dando la solidarietà agli agenti aggrediti e a tutto il corpo di polizia penitenziaria che nonostante tutto sta prestando un servizio che spesso va al di là dei loro compiti e lo fa a rischio della propria integrità fisica ma anche psichica. Il tasso di suicidi nel corpo della Polizia Penitenziaria è infatti tra i più alti delle categorie lavorative.

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