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Educatrici nido: competenza, esperienza e motivazione… ma precarietà senza uscita

Articolo di: 
   del: 8 ottobre 2018

Oggi sono venute in Consiglio le educatrici precarie dei nidi comunali. Hanno portato un misto di rabbia e delusione, a mio avviso molto comprensibile.
Tipicamente sono educatrici laureate (qualcuna persino con 1 o 2 master), adorano lavorare con i bambini ed hanno da 3 a molti anni di esperienza. Un vero patrimonio per i nidi comunali.
Sono però incappate nell’epoca del blocco delle assunzioni e pertanto hanno attraversato anni di lavoro precario. Alcune avevano oltre 5 anni (una anche 10 anni) di lavoro GIORNALIERO A CHIAMATA. Una specie di caporalato educativo. Robe da impazzire: ce la fai solo se davvero ami quel lavoro.
Qualche mese fa finalmente si riapre uno spiraglio: il comune di Bologna può fare qualche assunzione! I posti sono pochi, ma sarebbe comunque l’occasione per dare un segnale alle oltre 100 educatrici precarie che da anni tengono duro e contribuiscono alla vita e alla qualità dei nidi comunali. Esiste una graduatoria di educatori precari a cui l’amministrazione potrebbe attingere per coprire quei 7-8 posti.
E invece?
Invece fa un concorso aperto a tutti. Proprio a tutti! Anche a chi non ha esperienza. Anche a chi non ha motivazione nè propensione.
Come accade sempre in questo periodo di crisi, il concorso fa arrivare da tutta Italia oltre 1300 persone.
Organizzando quindi una logistica impegnativa e onerosa il comune procede al concorso aperto a tutti con una preselezione scritta a risposte multiple.
Alla fine passano all’orale poco più di 360 di cui pochissimi del gruppo degli educatori precari.
La domanda che si pongono (e condivido anche io) è: perché non è stata usata la graduatoria esistente? Perché non si sono stabilizzate finalmente persone motivate, competenti e con esperienza che da anni lavorano in condizioni precarie?
Perché rinunciare a questo con anche perdita delle continuità educativa? Disfando gruppi di lavoro affiatati e collaudati?
Perchè?
La delega su questi temi è del sindaco Merola. Che però non è ha dato risposte ai lavoratori. “Il concorso non è ancora chiuso (ci sono gli orali) e ci sono dei ricorsi”
Ma la domanda però è a monte: perché avete scelto questa strada (peraltro più onerosa) e non avete stabilizzato gli educatori precari come previsto dalla legge e come fatto invece per i collaboratori?
Al momento la risposta la conosce solo il vento, come direbbe Bob Dylan

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