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Che fine ha fatto il Bike Sharing?

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Un po’ in ritardo oggi tutta la stampa Bolognese si occupa del nuovo progetto di bike sharing a chiave elettronica chiedendosi dove sia finito dopo l’annuncio del 2012.

 

Se ne era parlato molto nel bilancio approvato a giugno dell’anno scorso (preventivo 2012): finalmente si sarebbe sostituito l’attuale scomodo ed esiguo sistema (140 bici circa) di bike sharing a chiave meccanica che oltre ad avere poche e pesanti biciclette (devi pedalare persino in discesa!), obbliga a riportarle nella stessa rastrelliera da cui le si è prelevate.

 

Nel Bilancio si leggeva che Bologna avrebbe finalmente avuto un impianto di bike sharing con ben 1000 (mille!) biciclette con cui si coprivano tutti i punti nevralgici, le porte, i parcheggi esterni, tutto il centro con postazioni ogni 200 metri circa, l’università. Un sistema moderno di tipo “aperto” con chiave elettronica che permette di lasciare la bici in qualunque rastrelliera.

Doveva andare a gara nel 2012 ed essere fruibile nel 2013.

 

Però nel bilancio preventivo di quest’anno (discusso tra fine maggio e inizio giugno 2013) tutta la parte di questo progetto è stata cancellata.

Questo ha un chiaro significato: un nuovo bike sharing a Bologna purtroppo non si farà più.

Il motivo non sono i costi di realizzazione per i quali avevamo ottenuto finanziamenti statali e regionali che coprivano i tre quarti dell’intero costo, ma i costi di manutenzioni che avrebbero aumentato la spesa corrente annua.

Una volta a regime infatti avremmo avuto 1 milione all’anno di spesa corrente in più… insostenibile in questi tempi (la maggior voce di costo sarebbe stata il riequilibrio delle bici nelle rastrelliere)

 

Dispiace perché Bologna ne avrebbe giovato certamente: si stimavano 15.000 utilizzatori e 4000 spostamenti giornalieri!

Dispiace anche perché la realizzazione del nuovo sistema era quasi interamente pagata dalla regione Emilia Romagna e dal Ministero dell’Ambiente (oltre 1,6 milioni per un sistema ridimensionato rispetto alle 1000 bici iniziali).

Un altro finanziamento del ministero dell’ambiente avrebbe aiutato la gestione del sistema nei primi 3 anni lasciando a carico del Comune circa 500.000 euro che, terminato il finanziamento, sarebbero saliti ad 1 milione che gravava in modo pesante sulla spesa corrente.

 

Oggi poi arriva l’annuncio di un ulteriore voragine di bilancio da 22 milioni anche a seguito dell’abolizione dell’IMU che cancella definitivamente anche le ultime deboli speranze a cui si aggrappavano i sognatori.

 

Mettiamoci l’anima in pace: un moderno bike sharing a Bologna purtroppo non si vedrà, almeno non in tempi brevi.

 

Speriamo, ma è arduo, che si riescano almeno a riconvertire i finanziamenti già ottenuti in qualche altro progetto di mobilità sostenibile.

Quale potrebbe essere? Coinvolgere albergatori? Officine? Condomini?

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