E’ deprimente come il Governo abbia rinunciato (già da anni) a investire in un’eccellenza come Breda che opera in un settore che è indubbiamente strategico per il futuro del paese e del pianeta.
E’ devastante che siano persino arrivati a venderla ad un gruppo del Far East.
Invece di far rinascere Irisbus di Avellino, hanno privatizzato anche la Breda di Bologna.
E così abbiamo perso l’ultima azienda importante che costruisce ed innova mezzi di trasporto pubblico per la mobilità sostenibile.
Con essa abbiamo rotto un circolo virtuoso
- La politica che da gli indirizzi per il futuro della mobilità e ci mette i soldi pubblici degli Italiani
- Le aziende pubbliche di trasporto che la gestiscono
- La ricerca (tra cui università ed ENEA) che innova le tecnologie
- I costruttori Italiani che i mezzi alla fine li realizzano che accumulano know how e che incassano dalla vendita i soldi pubblici degli italiani e li reinvestono in lavoro e ricerca
Da oggi non abbiamo più costruttori. Il circolo si è interrotto. La ricerca sarà pilotata dalla politica di un altro paese, i proventi delle vendite andranno in gran parte all’estero.
L’accordo firmato a Roma il 19 dopo l’ok dei lavoratori, è forse il meglio che si poteva fare dopo l’insana mossa di vendere al gruppo cinese. Ma è una soluzione di ripiego in una situazione emergenziale che si doveva evitare.
Nell’accordo
- La nuova Industria Italiana Autobus (nome sospettoso che avvalora una tesi da cavallo di troia per riuscire a vendere in Europa i mezzi Cinesi) ingloberà la Breda garantendo lavoro e contratti a tutti gli attuali lavoratori.
- Il livello occupazionale non scenderà sotto l’attuale livello fino a tutto il 2017.
- La nuova azienda investirà per mantenere la Breda a Bologna, quartier generale della nuova Industria Italiana Autobus.
- Gli investimenti della nuova azienda accederanno alla finanza agevolata
- La Regione ER affiancherà l’azienda nella programmazione dei fondi 2014-2020 per innovazione, ricerca e sviluppo e formazione.
- Il Governo si impegna a rivitalizzare il mercato Italiano mettendo 700 milioni per il rinnovo del parco mezzi pubblici. Soldi con cui le aziende del trasporto compreranno mezzi nuovi tramite gare (gare che negli altri paesi sono in buona parte aggiudicate ad aziende locali lasciando, noi invece abbiamo venduto i nostri ultimi produttori e adesso ci prodighiamo a finanziare gli acquisti)
- Almeno una volta ogni 3 mese il governo convocherà le parti per monitorare la realizzazione del piano industriale.
In questa situazione ci resta da sperare che il gruppo cinese rispetti gli accordi e non esporti know how e produzione nel suo paese dove ha già tutto il resto della produzione e dove avrebbe costi minori e maggiori guadagni.
Ovviamente a controllare ci saremo anche noi del Movimento 5 Stelle, ma resta l’amaro in bocca per l’ennesimo impoverimento del paese avvenuto nonostante in tutte le sedi come M5S abbiamo cercato di mantenere pubblico questo importante polo.
Marco Piazza, Massimo Bugani (Consiglieri Comunali) e Silvia Piccinini (Consigliera Regionale)