Chiude ATC, la storica azienda dei trasporti Bolognesi. Il suo destino è stato segnato il 1 febbraio 2012 quando è nata TPER in cui è confluito tutto il trasporto pubblico. In ATC era rimasta solo la gestione del servizio sosta, per un “breve” periodo che poi sono diventati oltre 2 anni.
Il 20 giugno in commissione il presidente Claroni ha fatto il punto su queste ultime fasi e alcuni nodi sono necessariamente venuti al pettine (altri sono stati trasferiti in TPER e verranno al pettine più avanti).
1) Credito da Coopertone: Uno di questi nodi sono gli 1,29 milioni di euro che ci deve la coperativa coopertone ora in liquidazione. Questi soldi sono già stati dati per persi nel bilancio di ATC e difficilmente li vedremo tutti. Questa ingente perdita esiste perché si è deciso di esternalizzare un servizio pubblico inderogabile e per cercare di risparmiare si è tirato troppo la corda.
I servizi di svuotamento dei parcometri, gestione dei parcheggi, rilascio contrassegni… vanno svolti. Non se ne può fare a meno. E se un servizio va garantito, conviene gestirlo direttamente. Da tempo denunciamo gli effetti dannosi dell’esternalizzazione dei servizi pubblici e questa di oggi è l’ennesima conferma: sono state tenute per anni 50 persone in condizioni di lavoro non certo piacevoli con malattie non pagate, quote sociali da pagare, stipendi bassi e abbiamo persino un cospicuo numero di cause per interposizione di mano d’opera. Tutto ciò per cercare di risparmiare e poi ritrovarsi con una cooperativa fallita e un buco da 1,3 milioni di euro.
Se questi 1,3 milioni li avessimo spesi per i lavoratori, avremmo evitato problemi e dato un posto di lavoro dignitoso a 50 persone.
“Chi più spende meno spende” dice il proverbio…
2) Cuneo fiscale: l’ATC presieduta dall’ing. Sutti, prima della nascita di TPER, decise di applicare lo “sconto fiscale” a tutti i lavoratori anche se c’erano forti dubbi sull’applicabilità dell’agevolazione fiscale anche ai lavoratori del Trasporto Pubblico. Fu una scommessa. E venne persa. Ora stanno arrivando le cartelle.
Per prudenza si sarebbe dovuto pagare la tassa e poi chiedere l’eventuale rimborso. Ma, probabilmente per migliorare il bilancio, si applicò il beneficio rischiando.
Ora però ci sono è arrivato il conto da pagare con tanto di sanzioni. Per fare bello un bilancio abbiamo aggravato quello di un successivo esercizio.
Il presidente di ATC Claroni ci ha detto che queste spese (che ritengo dovrebbero essere tra i 3 e i 4 milioni di euro) sono di competenza di TPER in quanto relative ai lavoratori del trasporto pubblico interamente transitati in TPER. Il fisco manda le cartelle ad ATC in quanto la partita IVA originaria è rimasta ad ATC dopo la scissione.
Ma ci ha anche informato che TPER ha rimandato indietro ad ATC la prima cartella. E così ATC ha dovuto pagare.
Questa è un’altra spada di Damocle sulla testa dei soci di ATC. E non è piccola.
3) Lavoratori: il passaggio dei circa 120 lavoratori addetti alla sosta da ATC a TPER è stato tutt’altro che indolore. La trattativa con i sindacati ha già prodotto dei comunicati sottoscritti da tutte le sigle e l’indizione di scioperi e presidi. L’impressione è che si stia sfruttando il passaggio per erodere qualche diritto come le ferie o la gestione dei turni ed orari di lavoro. Inoltre vengono introdotti turni notturni. E’ giusto che anche la notte ci sia un presidio ed un controllo, ma la situazione di notte (soprattutto nei fine settimana) è ben diversa dal giorno e bisognerebbe predisporre un servizio adeguato.
Le preoccupazioni quindi sono varie e non sono piccole in questa vicenda di cui, a distanza di oltre 2 anni dalla creazione di TPER, non sono ancora emersi netti vantaggi per i cittadini.
Note precedenti:
http://www.bologna5stelle.it/atc-sosta-non-dimentichiamo
http://www.bologna5stelle.it/fusione-atc-fer-il-primo-indagato