Solidarietà ai lavoratori della Selcom, ennesima azienda in crisi non a causa di un calo delle vendite, ma per problemi gestionali. Un’altra azienda con un ottimo mercato che potrebbe fare utile, ma che invece è in crisi finanziaria.
Ho visto tantissime aziende con immense potenzialità, che in mano a imprenditori o gruppi interessati solo al profitto, venivano smembrate o spostate in paesi dove la manodopera a minori costi. Queste delocalizzazioni sono possibili sfruttando una folle globalizzazione che rende legale e persino conveniente spostare le produzioni in altri paesi calando i costi del lavoro e aumentando di conseguenza gli utili.
L’impoverimento del paese sede originaria dell’azienda non interessa a nessuno. Vengono premiati i paesi con mercato del lavoro meno tutelato (per assurdo).
La Saeco (da Gaggio Montano alla Romania), la British American Tobacco (da Bologna e Lecce alla Romania), sta accadendo alla Alstom e alla Breda Menarini di Bologna (i dipendenti di Bologna in cassa integrazione e gli autobus costruiti in Turchia). E per molte altre purtroppo.
E’ ancora presto per capire se anche la Selcom rischia questa fine, se la sua crisi finanziaria sia un pretesto per giustificare ed avviare una delocalizzazione oppure sia originata solo da problemi gestionali. Lo scopriremo tra qualche tempo vedendo l’evoluzione
Di certo e’ urgente governare la nostra economia e bloccare la possibilità di trasferirsi in paesi dove il mercato del lavoro ha meno tutele ed i lavoratori meno costosi. Se non fermiamo subito questa follia il nostro paese tra poco sarà svuotato in pochi anni e di crisi ne vedremo ancora parecchie.
Per questo ho chiesto in città metropolitana agli organi di Governo (Comune, Città Metropolitana e Regione) di richiedere un’intervento legislativo urgente portando a testimonianza l’ormai lunga triste lista di aziende sane che oggi non operano più sul nostro territorio.