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Scuola e Patto di Stabilità – La beffa prosegue!

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Come ben sappiamo l’Italia è un paese dove i Comuni virtuosi che offrono molti servizi sono più penalizzati di altri.

A Bologna il Comune gestisce per storia e tradizione ben il 60% della scuola dell’infanzia. In surroga allo Stato che quindi risparmia parecchio.

Le spese sostenute sono però soggette al patto di stabilità e a tutti i vincoli come tutte le altre spese, come se si trattessero di spese per la gestione ordinaria del Comune che risulta quindi più spendaccione di altri che però offrono meno servizi.

 

Questa è una grave iniquità per la quale abbiamo più volte sollecitato il governo e depositato disegni di legge.

 

L’anno scorso lo Stato ha fatto un passo ed ha eslcuso dal patto di stabilità le spese per i servizi educativi ma solo se sostenute da aziende speciali, ASP o Istituzioni (modifica del TUEL, legge 267 del 2000).

Passo quasi beffardo perché nulla cambia per i comuni che hanno la gestione diretta. Anzi li induce ad un mega trasloco di tutti i servizi scolastici per spostarli in capo ad un’azienda speciale, un’istituzione o, come nel caso di Bologna, un’ASP per riuscire a liberarsi dai soffocanti vincoli e alleggerire tutto il bilancio.

Mossa quindi quasi beffarda che fa pensare ad un padrone di casa che dice al suo inquilino: “ho deciso di calarti l’affitto, ma solo se vai a dormire nel pianerottolo”.

 

Se lo Stato ha deciso di escludere le spese scolastiche ed educative dal patto di stabilità, perché chiede questo inutile e gravoso trasferimento ad un altro ente?

 

Oltre all’iniquità la beffa.

 

Il 26 agosto un comunicato della presidenza del Consiglio dei Ministri pare finalmente mettere fine a questa vicenda:

http://governo.it/Governo/ConsiglioMinistri/dettaglio.asp?d=72655

 

Si legge infatti che il Governo ha approvato un decreto legge che estende “alle scuole d’infanzia e agli asili nido il regime attualmente previsto per il comparto delle scuole statali. Si estende l’esclusione dell’assoggettamento al patto di stabilità interno anche ai servizi scolastici e per l’infanzia.

 

Mi sono detto “stavolta ci siamo!!”. Finalmente una mossa saggia.

Leggo quindi il geroglifico nuovo decreto e trovo al suo articolo 4 una modifica del Decreto legislativo 368/2001 estendendo le deroghe (al patto di stabilità) in esso contenute (art 10) anche “al personale educativo e scolastico degli enti gestiti dai Comuni per assicurare il diritto all’educazione negli asili nidi e nelle scuole dell’infanzia“.

 

Che vuol dire “enti gestiti dai comuni”? Considerando che già erano esclusi dall’anno scorso aziende speciali, ASP e istituzioni? Cosa aggiunge questo nuovo articolo? Hanno scritto male? Viene da pensarlo anche perchè nel comunicato stampa di accompagnamento faceva capire l’itenzione del legislatore di andare verso un’esclusione tout court e gli enti gestiti dai comuni erano già esclusi dall’anno scorso.

 

L’assessore conferma che non c’è l’esclusione del patto di Stabilità. L’unica novità rilevante riguarda l’estensione ai nidi e alle scuole d’infanzia una deroga in materia di supplenze che ora possono andare oltre i 36 mesi. Ma le criticità grosse non sono risolte e non cambia il rapporto del Comune con ASP IRIDES.

 

Ora speriamo che i nostri portavoce a Roma riescano a portare il minimo emendamento che ci separa dal risultato.

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