Lunedì 24 marzo la giunta ha chiesto al Consiglio di votare il via libera al salvataggio dello Sterlino da parte del Comune di Bologna, la reputo un’operazione fatta con il cuore ma molto a rischio normativo ed economico
Il CONI costruì questa struttura nel 1972 e la lasciò nelle mani del Comune di Bologna per molti anni. Questa piscina negli ultimi 20 anni è stata in piedi con circa 690.000 euro di contributi comunali ogni anno e al momento è l’unica a Bologna adeguata all’attività agonistica (ma tra circa 1 anno arriverà anche la rinnovata piscina dello Stadio). Inoltre il 26% dei bolognesi che vanno in piscina, vanno allo Sterlino.
Nel luglio 2012 il CONI la vende per 3,75 Milioni di euro al CUSB il quale contrae un mutuo di 15 anni con ICS (istituto di credito sportivo) la cui rata era di 490.000 euro all’anno. Come garanzia ICS ha ipotecato l’immobile.
Sempre nel 2012, per sostenere l’avventura del CUSB, il Comune ha fatto una convenzione per acquistare 900 ore a settimana di “spazi acqua” che garantiva al CUSB 490.000 euro all’anno (equivalente alla rata del mutuo che CUSB girava direttamente alle banche). In questo modo il Comune garantiva una tariffa calmierata e garantiva l’accesso anche a società sportive prive di entrate proprie che altrimenti sarebbero state tagliate fuori
Quindi nella pratica il CUSB nel 2012 prese in carico lo Sterlino senza più quel contributo pubblico che copriva le spese di funzionamento (i 490.000 euro li girava alla banca come rata del mutuo, mentre prima i soldi comunali erano usati per coprire i costi vivi di gestione Non c’era nessun mutuo da pagare). Credo che il CUSB confidasse nell’intervento di qualche fondazione. Intervento che poi non è arrivato portando nel giro di pochi mesi alla creazione di un buco di bilancio insostenibile per il CUSB.
Il 23 dicembre 2013 infatti, il CUSB comunica al Comune che non ce la faceva più e voleva vendere immediatamente.
Il Comune ora acquisterà lo Sterlino dal CUSB per 3.469.000 euro. Una mossa che evita a Bologna il pericoloso rischio di un’importante struttura chiusa e abbandonata, ma che cerca di infilarsi in uno spazio normativo paragonabile a quello della cruna di un ago.
Fino all’anno scorso sarebbe stata un’operazione persino vietata. Oggi la legge di stabilità 2014 lascia un piccolo spiraglio che permette di acquisire immobili solo a fronte di:
- Un parere vincolante di congruità sul prezzo da parte dell’agenzia del Demanio (al momento del voto non pervenuto)
- Una dichiarazione da parte dei dirigenti del Comune sull’indispensabilità della struttura acquistata per il sistema natatorio bolognese e l’improrogabilità dell’acquisto.
Quest’ultima dichiarazione mi sembra abbastanza difficile da sostenere così categoricamente come richiede la norma considerando che il Comune di Bologna ha già 4 piscine (Cavina, Longo, Spiraglio, Vandelli) che presto diventeranno 6 (Nuova piscina olimpionica dello Stadio e scuola Tanari).
L’idea dell’amministrazione è che un sistema natatorio bolognese che passa dalle attuali 4 a 7 piscine genererà sinergie operative ed economie di scala
A mio avviso:
- Le maggiori economie di scala nell’aggiungere lo Sterlino ad un sistema che già oggi conta 4 piscine e a breve ne conterà 6, mi sembrano non ben definite e non particolarmente rilevanti
- L’attuale Associazione Temporanea di Impresa (ATI) che gestisce le 4 piscine dovrebbe accettare la risoluzione anticipata del contratto (credo scada nel 2017) per poter procedere ad un nuovo bando con le 7 piscine.
- L’acquisto dello Sterlino è un investimento che pesa tutto sul patto di stabilità, riducendo i già esigui spazi per altri investimenti legando le mani su scuole, strade, ripristino patrimonio sotterraneo ecc…
Per tutti questi motivi abbiamo deciso di non votare questa delibera. Altri consiglieri di minoranza hanno seguito il nostro esempio, altri si sono astenuti.