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La democrazia è partecipazione

Olmi decennali abbattuti in via Bentivogli

bentivogli todel
Articolo di: 
   del: 7 febbraio 2020

Ogni volta che vengono abbattuti alberi ad alto fusto, con decenni di vita è un dolore.
Tutti sappiamo che gli alberi soprattutto in città sono molto preziosi. Ancora di più a Bologna che sfortunatamente si trova nella pianura più inquinata d’Europa dove le statistiche ci dicono che si vive meno proprio per l’aria inquinata.
L’amministrazione comunale è responsabile e risponde di eventuali danni causati dagli alberi in caso di schianti: i funzionari della struttura tecnica vanno a processo (e di solito vengono anche condannati) se qualcuno si fa male o peggio perde la vita.
Che io sappia, non ci sono appigli legali solidi per fermare un funzionario (e quindi responsabile) dall’abbattere alberi.
Spesso però ho riscontrato carenze nella comunicazione: molti cittadini residenti imparano dei tagli dai cartelli affissi pochi giorni prima se non il giorno stesso.
Altre volte è capitato che gli alberi abbattuti non venissero immediatamente sostituiti e passassero settimane o mesi sempre con i cittadini all’oscuro.
Certamente quindi ci sono ampi spazi di miglioramento per la comunicazione: non basta fare comunicati stampa o sul sito oppure cartelli affissi pochi giorni prima. Servono assemblee di confronto dove si rispondono alle domande e si mostrano documenti. Anche più di un’assemblea.

Ora è toccato a ben 27 olmi decennali in via Bentivogli. Nelle scorse settimane ho parlato più volte di questo con il dott. Diolaiti e con l’assessore Aitini.
Dicono che ci sono stati 3 schianti in quell’area che non erano prevedibili con le indagini strumentali. L’ultimo Olmo che si è schiantato era stato controllato poche settimana prima e non si rilevavano problemi. Ritengono quindi che il problema sia alle radici oltre che processi degenerativi.
A seguito delle pressioni ricevute dai cittadini e da vari politici l’amministrazione ha fatto ulteriori prove dalle quale emerge che in effetti i rischi ci fossero (queste prove addizionali hanno fatto aumentare i costi dell’intervento che inizialmente erano previsti in 30.000 euro). Risultati che però non ho visionato e non mi risulta siano ancora pubblici.
Quindi sono assolutamente convinti della necessità degli abbattimenti e la prima motivazione (che hanno ribadito anche oggi in question time) sono i seri problemi di sicurezza. Anche per questo non hanno accettato nemmeno la mia proposta di minima di procedere per gradi e non tutto in una volta (pianificare su più anni per dare tempo ai nuovi alberi di crescere).

Quello però che mi era stato garantito è che i nuovi alberi messi a dimora al posto dei 27 olmi rimossi saranno più alti della normale media dei nuovi alberi. Si tratta di aceri campestri, una specie che dovrebbe essere più efficace nella rimozione di inquinanti (serviranno però alcuni anni prima che possano parificare l’attuale contributo degli olmi).

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