Movimento 5 Stelle Bologna
La democrazia è partecipazione

Nuova offensiva dell’amministrazione contro i sindacati

bavaglio
Articolo di: 
   del: 14 marzo 2016

Testo intervento di inizio seduta di Marco Piazza nel Consiglio Comunale del 14 marzo 2016

Intervengo ancora sull’offensiva che questa amministrazione ha scatenato contro i sindacati di base e di categoria perché purtroppo c’è un nuovo capitolo.

Questa è ormai una vera e propria guerra autodichiarata dal Comune contro CUB, COBAS, ADI, SGB, USB, SULPM… che rappresentano il 40% dei lavoratori ed esprimono 20 delegati nell’RSU del comune su un totale di 51. A farne le spese in ultima analisi sono i lavoratori.

Questa volta sono state revocate le aule assegnate ai sindacati oggetto dell’attacco, per CGIL CISL UIL nulla cambia.

Il Comune dice che non c’è nulla di illegale e non si tratta assolutamente di un’azione autoritaria.

Ma persino il meno malizioso fa fatica a credere che non ci sia un piano se mettiamo insieme tutto ciò che stanno facendo:

  • Quando i lavoratori di queste sigle vengono a protestare in comune trovano i cancelli di Palazzo D’Accursio chiusi oppure il cordone di polizia che gli blocca l’accesso alla sede da cui dipendono e per cui lavorano. Con le altre sigle questo non accade.
  • L’Amministrazione reinterpreta le norme per rendere praticamente impossibile a queste sigle indire un’assemblea sindacale. Anche in questo caso per le altre sigle nulla cambia.
  • Vengono deferiti alla commissione scioperi per un’assemblea. E qui apro una parentesi positiva. Questa battaglia, cominciata dal comune, l’hanno vinta i sindacati: la commissione nazionale ha deliberato il “non luogo a procedere”. L’Amministrazione sembrava molto certa che qualcosa di illegale fosse stato commesso. Evidentemente ha sbagliato.
  • Ora vengono revocate le aule sindacali e le sigle che le occupavano dovranno compattarsi tutte. Anche in questo caso nulla cambia per i sindacati confederali.

Durante lo sgombero dell’aula sindacale, sono persino stati backuppati tutti i dati dentro ai PC dei delegati sindacali. Pare non sia stato chiesto il permesso e non ci fosse alcun accordo per farlo. Quei dati sono tra i più sensibili. Come se fossero dati politici o medici. Anche questo aspetto, è un’ennesimo atto che in questo quadro lascia spazio a pochi dubbi su cosa stia accadendo davvero.

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