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Contributo statale (FUS) al Teatro Comunale di Bologna – Tutto quello che c’è da sapere

181015-FUS in forma grafica
Articolo di: 
   del: 15 ottobre 2018

Anche quest’anno siamo arrivati alla fase dell’“Aiuto-è-calato-il-contributo-ministeriale-(FUS)-al-Teatro-Comunale-e-adesso-come-facciamo?????

Ormai è un ciclico momento ineluttabile che solitamente prelude alla ricorrenza dei defunti.

Andando a caso: tra 2015 e il 2016 calò di 600K euro, l’anno prima era calato addirittura di 1 milione. Insomma ogni anno se ne perde un pezzo. Nel 2009 valeva 15,3 milioni, oggi ne vale 8,42: a rate si sono persi 7 milioni  in 9 anni.

Ma ecco i dati completi degli ultimi anni:

181015-FUS in forma grafica

Quest’anno però le grida si alzano più forti del solito:

  • C’è un nuovo governo a cui provare a dare la colpa. Peccato che basta leggere le delibere ministeriale per rendersi conto che tutto fosse stato deciso a febbraio con la firma del precedente Governo. Ma lo vedremo tra poco.
  • Il piano di risanamento è vicino al termine e adesso qualcuno comincia a preoccuparsi seriamente.

Ma vi spiego tutto per gradi, compreso il perché è calato.

Il FUS è il fondo unico per lo spettacolo. Soldi pubblici che vengono ripartiti tra musica, prosa, circhi, danza e, soprattutto (oltre la metà), alle fondazioni lirico sinfoniche italiane. Sono soldi fondamentali per tenere in vita la cultura nel nostro paese, soprattutto quella che non si regge da sola ma che ha immense ricadute positive sul territorio sotto molti punti di vista, tra queste sicuramente il teatro d’opera.

Il Teatro Comunale di Bologna (TCBO), come le altre fondazioni lirico sinfoniche in Italia (in tutto 14) non può sopravvivere con i soli incassi da biglietteria. Il FUS è fondamentale come sono fondamentali i milioni di euro che riceve dalla regione e dal comune (il Comune gli da 2,5 milioni di euro fissi all’anno, più altre elargizioni straordinarie tipo l’immobile di via Oberdan).

Il FUS 2018 da ripartire tra gli aventi diritto è di 333,9 milioni (l’anno scorso era 333,7 milioni, è leggermente aumentato).

Il precedente governo (vedi D.M. 28 febbraio 2018 Rep. 129) ha deciso di calare la quota a disposizioni della fondazioni lirico sinfoniche  di oltre 1 punto percentuale. Quindi la torta che il TCBO si contendeva con altre 11 fondazioni Lirico Sinfoniche italiane (la Scala e il Santa Cecilia giocano con regole diverse) l’hanno ristretta da 141 milioni (era più o meno costante da qualche anno) a 138 milioni.

La ripartizione di questi soldi tra le 12 fondazioni Lirico Sinfoniche è decisa in base a parametri che dovrebbero misurare la virtuosità del tetro.

Il punto è che al nostro TCBO ogni anno (compreso questo) spetta una fetta sempre più sottile.

Quindi indipendentemente dalla dimensione della torta c’è da fare una riflessione: peggioriamo noi ogni anno o gli altri migliorano più rapidamente di noi???

Vi do qualche dettaglio in più per capire meglio.

Il punteggio assegnato a ogni fondazione, per decidere la quota di spettanza, si calcola su 3 macro aspetti:

  1. La parte più rilevante (la metà) è determinata dai costi di produzione. Più sei bravo a gestire i costi e più vieni premiato. E qui Bologna non va tanto bene perché il nostro voto è sempre in calo. Nel 2017 avevamo preso il 6,6%, quest’anno siamo scesi al 6,5%
  2. La seconda voce (che decide un quarto della cifra) è sulla capacità di attirare risorse. Qui siamo scesi molto dal 2017 al 2018 passando da 6,8% a 6% cioè quasi un punto.
  3. Poi c’è una parte qualitativa (che va a punteggi) per l’ultimo quarto: Qui passiamo da 41 punti del 2017 a 42 del 2018. L’anno scorso il dito fu puntato proprio su questo. Si disse che avevamo puntato molto sulla qualità e ci avevano ingiustamente penalizzato.

 

Vi riporto punteggi complessivi del TCBO dal 2014 in poi:

  • 7,35% (2014)
  • 6,98%  (2015)
  • 6,55%  (2016)
  • 6,38%  (2017)
  • 6,09%  (2018)

Costante calo…

Quindi il “merito comparato” del nostro teatro rispetto alle altre fondazioni lirico sinfoniche è sempre in calo. Sarebbe il caso di avviare una seria riflessione interna invece di piangere e sforzarsi annualmente di dare la colpa ad altri (l’anno scorso era colpa di una valutazione soggettiva incomprensibile sulla parte qualitativa, quest’anno dicono sia il nuovo governo che in realtà, basta leggere, non c’entra niente…)

Riflessione da fare a maggior ragione se si leggono le relazioni semestrali che il commissario ministeriale ci manda riguardo alla salute delle fondazioni Lirico sinfoniche.

Riflessione non solo da fare, ma da fare urgentemente se si considera che il piano di risanamento è ormai prossimo alla fine.

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