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La guerra tra gli aeroporti e la quotazione in Borsa del Marconi

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Articolo di: 
   del: 8 maggio 2014

Pochi giorni fa è stata annunciata la quotazione in borsa dell’aeroporto Marconi di Bologna. Il Comune conta di ricavare 20 milioni cash da questa operazione.

Subito dopo (quando si dice la coincidenza!) è partita una serie di annunci che trascinerebbero verso il basso la stima del valore di borsa dell’aeroporto Bolognese: l’aeroporto di Forlì, ormai morto e sepolto, si appresta a essere resuscitato da una cordata di imprenditori emuli di “missione impossibile”, mentre Firenze annuncia di voler investire sul suo aeroporto allungando la pista per poter ospitare ogni tipo di volo e ridurre l’impatto acustico.

In più occasioni assessori e amministratori dell’Aeroporto di Bologna, avevano sostenuto che l’aeroporto di Bologna si pone l’obiettivo di servire anche la città di Firenze distante solo 1 ora di treno. In quest’ottica avevano anche elogiato il progetto People Mover che avrebbe ulteriormente agevolato la connessione tra l’aeroporto e la stazione dei treni e quindi con Firenze.

A demolire queste affermazioni ed affossare queste speranze ci hanno pensato una raffica di dichiarazioni provenienti da Firenze.
Il vicesindaco di Firenze (PD) nel sostenere l’intenzione di investire nell’aeroporto cittadino dotandolo di una pista più lunga, ha dichiarato: “la città di Firenze è pronta ad avere un aeroporto all’altezza delle proprie aspettative. Si tratta, insieme a Pisa, di gareggiare con tutti gli altri poli aeroportuali del Paese. Abbiamo l’opportunità di dare lavoro e giocare la grande carta dello sviluppo aeroportuale della Toscana“.

Il candidato sindaco di Forza Italia a Firenze ha sostenuto la posizione del vicesindaco PD evidenziando anche una vera e propria competizione con Bologna: “Costruire la nuova pista significa realizzare un sistema aeroportuale Toscano con Firenze e Pisa come protagoniste pero’ se non facciamo veloce a vincere sarà Bologna

Capisco le necessità dei fiorentini (in termini di inquinamento acustico che sarebbe ridotto con gli investimenti), ma se impostano la cosa in un’ottica di gara con Bologna e con altri scali, sappiano che nessuno uscirà vincitore ma saremo tutti perdenti. Il policentrismo degli scali ha già dato prova della sua insostenibilità quando l’aeroporto di Forlì  (voluto da Vasco Errani) ha dovuto miseramente chiudere.

Domani in question time chiederò alla giunta se vuole continuare a illudersi considerando Bologna come HUB aeroportuale di valenza interregionale.

Gli chiederò quanto traffico pensano che sarà allontanato da Bologna a seguito della ripartenza dell’aeroporto di Forlì e del potenziamento di quello di Firenze.

Se rivedranno al ribasso le loro previsioni di incasso dall’operazione di quotazione in borsa dell’aeroporto visto questo quadro di aumento dell’offerta e della competizione tra scali.

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