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Istituzione scuola Bologna – Proposta o ricatto?

2014-06-04 17.13.01
Articolo di: 
   del: 4 giugno 2014

Ieri 3 giugno 2014 finalmente si è tenuta l’udienza conoscitiva che avevo richiesto a febbraio sulla riorganizzazione dei servizi educativi scolastici comunali, il piano di stabilizzazione dei precari della scuola comunale e l’eventuale creazione di una nuova Istituzione.

La commissione è cominciata con 40 minuti di ritardo (qualcuno se ne era già andato sdegnato) perché Sindaco e Assessore hanno prima fatto una conferenza stampa per annunciare l’istituzione scuola a tutta la città (e questo dice già tutto sul margine di dialogo).

Dopo aver aspettato 4 mesi, 40 minuti sono poca cosa… ma lo svilimento del Consiglio Comunale è forte se si pensa che ieri era la prima volta in assoluto che i consiglieri potevano parlare con l’Assessore degli importanti piani di riorganizzazione della scuola che ha in mente la giunta. Prima di venire ad aprire una discussione con il Consiglio, l’Assessore ha parlato con i sindacati, con la giunta, con i quartieri, ha approvato la delibera e persino il regolamento di questa nuova Istituzione Scuola. Poi ha annunciato il pacchetto già pronto ai giornalisti (con il Sindaco che dichiarava che non gli interessa chi è d’accordo o no) e solo a quel punto è venuta in commissione. Hanno persino già stabilito la data della votazione in consiglio: dovrebbe essere il 23 giugno.

In questi mesi ci sono state varie proteste in Consiglio Comunale degli operatori della scuola e dei nidi comunali e noi cominciamo a parlarne solo ora a 20 giorni dalla presunta votazione. Del resto cosa vuoi che sia far confluire in una nuova Istituzione i nidi e la storica scuola dell’infanzia che da decenni opera direttamente dentro al Comune?

Se la creazione del’istituzione e il suo regolamento sono di competenza del Consiglio che lo deve votare, possiamo dire che ne siamo stati ampiamente espropriati visto che ha fatto tutto la giunta con tanto di lancio in conferenza stampa ancora prima di aprire il confronto con i consiglieri.

ALCUNE DOMANDE: “L’ISTITUZIONE SERVE PER ASSUMERE?” 

Mesi fa la risposta era “SI”
Il 31 marzo alle maestre venute a protestare hanno detto “NO e chi associa l’istituzione alle assunzioni fa un’operazione strumentale”.
Il giorno dopo (1 aprile) il dott. Cammarata (dirigente settore Entrate del Comune di Bologna) in commissione mi risponde alla stessa domanda con un NO competente e giustificato: “La deroga di cui godono le istituzioni ai vincoli assunzionali non serve al Comune di Bologna”. (audio https://www.youtube.com/watch?v=-wRCN_VBjDM).
Oggi invece il Sindaco ha lanciato un “NO ISTITUZIONE, NO ASSUNZIONI. E in commissione l’assessore Pillati ha sostenuto a sua volta questa tesi.

La frase semplifica drasticamente la realtà, mirando alla pancia, ma è inaccettabile per chi conosce la reale situazione. Lo stile “No Martini No Party” va bene per la pubblicità in TV non per operare un cambio organizzativo sulla storica scuola comunale con centinaia di persone competenti pronte a dialogare.

L’Assessore dice: “per essere certi di assumere 300 persone in 3 anni ci vuole l’Istituzione. Senza Istituzione non possiamo sapere quante ne possiamo assumere e non abbiamo garanzie“.

ECCO COME STANNO LE COSE: ogni anno il comune può fare nuove assunzioni di personale, ma la spesa per queste nuove assunzioni non può superare il 40% del risparmio derivante dalle cessazioni dell’anno precedente (pensionamento, licenziamenti…). Ogni anno il comune di Bologna perde tra i 150 e i 200 dipendenti. Quindi lo spazio per fare ogni anno alcune decine di stabilizzazioni esisterebbe, se ci fosse la volontà politica di assumere personale nei servizi educativi (da anni non si assume nella scuola). Magari non 300 persone, in 3 anni ma almeno 200 si’. Questo anche senza Istituzione. Quindi l’affermazione del Sindaco “NO ISTITUZIONE, NO ASSUNZIONI” appare strumentale per obbligare ad accettare un passaggio politico tutt’altro che necessario.

 

 

DOMANDA: QUALE SARA’ IL CONTRATTO APPLICATO AL PERSONALE?

La sola domanda ha causato le proteste di alcune consigliere del PD: “questa è materia da sindacati. Noi non dobbiamo preoccuparcene“.
Peccato che nel regolamento che dovrà essere votato dal Consiglio (quindi anche da loro) ci sia un fumoso articolo 25 che parla proprio di contratti e trattamenti economici. Come spiegavo un mese fa in questa nota:
http://www.bologna5stelle.it/istituzione-scuola-non-serve-per-assumere-e-il-contratto

Eppure mi dicono “Noi consiglieri non possiamo parlare di contratto, compete ai sindacati!!”. Non mi stupirei se ai sindacati dicessero: “Ormai i Consiglieri hanno votato un regolamento che impone il contratto enti locali e il regolamento è di competenza del Consiglio”.

Intanto Merola alla conferenza stampa pochi minuti prima aveva dichiarato: “il dibattito sul contratto è ipocrita. Il contratto scuola ormai esiste solo al Comune di Bologna e in quello di Firenze. Se si potrà applicare il contratto scuola senza essere denunciati alla Corte dei Conti lo applicheremo, altrimenti faremo come gli altri Comuni che sono passati al contratto Enti Locali e non è una tragedia”.

LA RISPOSTA: il contratto è effettivamente in discussione, ma per questioni slegate dall’Istituzione Scuola. Il personale che transiterà nell’Istituzione scuola manterrà il contratto che ha. Senza variazioni. L’Istituzione non è un escamotage per cambiare il contratto ma ciò non toglie che la giunta abbia dubbi sul suo mantenimento.

PROPOSTA: 

Non si può cambiare la scuola senza coinvolgere chi la scuola la fa. E oggi chi fa scuola e servizi educativi, è fortemente critico e questo metodo di procedere non aiuta. Senza un confronto partecipato sul tema della riorganizzazione, alla luce dei vincoli normativi esistenti, si rischia la demotivazione persone che ogni giorno operano con i bambini. Se serve, rimandate di un anno l’eventuale creazione di un nuovo ente strumentale come l’istituzione. Intanto partite con le assunzioni (che si possono fare!!).

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