Movimento 5 Stelle Bologna
La democrazia è partecipazione

Il nostro NO alla vendita delle azioni di HERA

disperazione
Articolo di: 
   del: 24 aprile 2015

Oggi in Consiglio ho sentito la mancanza di un supporto psichiatrico.

Ci danno da votare una delibera che modifica il patto di sindacato permettendo ai soci pubblici di HERA di vendere azioni e scendere da oltre il 50 al 35…38%. Nello stesso momento si firmano accordi con i Sindacati dicendo che tutto resterà come prima e si resterà sopra al 50%. Ovvero si sconfessa la modifica.

Sempre nella delibera si autorizza la vendita delle azioni ma intanto si dichiara che non si vende. I tecnici dicono che invece si deve vendere. Vista la confusione e la posizione del Sindaco (che dichiara di non vendere) avevo chiesto che prima di vendere si ridiscutesse in Consiglio Comunale (come deciso da altri Comuni), almeno per scegliere il metodo di vendita (che oggi non sappiamo che costi ha) e decidere quante azioni libere vendere. Ma danno parere tecnico negativo al mio emendamento (sconfessando i comuni che invece hanno votato il testo che proponevo io, tra cui Rimini).

Il PD collega alla delibera che autorizza la vendita, uno schizofrenico ODG che impegna la giunta a chiedere l’autorizzazione alla vendita (???!!!!). Gli chiedo di metterlo in delibera se ci credono davvero… ma non lo fanno. Usano il metodo dell’ODG collegato non serve a niente.

Il PD dice che è importante una governance pubblica forte di HERA e quindi votano convintamente la delibera che fa scendere il pubblico sotto al 50%, fino al 35%. Alle prossime elezioni immagino punteranno a prendere il 35% e chi prende il 50 o oltre perde (qui lo psicologo mi serviva davvero).

Questa delibera nasce dal delirio Renziano che per giustificare i tagli ai Comuni e continuare a farli, li spinge a impoverirsi strutturalmente. Per far questo ha persino modificato il Testo Unico Della Finanza (TUF) introducendo questo delirio del voto Maggioritario e spingere i comuni a vendere le partecipazioni pubbliche. Così i Comuni pagheranno qualche manutenzione per qualche anno ancora e poi si ritroveranno più poveri di prima, senza nemmeno i milioni di euro degli utili che oggi prendono dalle azioni che Renzi ci spinge a vendere.

Queste azioni (300 milioni di euro) il Comune di Bologna le possiede perché ha conferito reti, servizi e concessioni costruite con il sudore e il denaro dei nostri nonni e padri. Quei soldi devono restare nell’ambito di quei servizi e di quelle reti. I cittadini nel frattempo ci hanno chiesto di cambiare la gestione, ma nulla si è fatto né si sta facendo per ottemperare al referendum del 2011 sconfessando ancora una volta una grande partecipazione popolare. Usare quei soldi per fare altre cose, equivale a vendere reti e servizi per chiudere i buchi nelle strade, mandare avanti la baracca per pochi anni ancora, permettere a Renzi di tagliare ancora e poi ritrovarci irrimediabilmente più poveri tra poco tempo.

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