FIERA BOLOGNA: La legge di Stabilità impone alla Camera di Commercio la vendita della sue quote societarie tra cui quelle della Fiera di Bologna di cui detiene il 13,5% delle azioni.
Oggi BolognaFiere non crea profitti e non è quindi il momento migliore per venderne le quote.
Dice il presidente della Camera di Commercio: “Con gli investimenti necessari BolognaFiere può crescere invece che continuare a sopravvivere“.
Sono d’accordo con questa frase e credo anche io che ci siano gli spazi di crescita per la Fiera di Bologna nonostante un contesto economico che ho ben presente. Ma questo può succedere solo a patto di indirizzare gli investimenti nella giusta direzione ovvero non certo competere con Milano, ma con gli altri poli fieristici che, a loro volta “vivacchiano”.
Sono meno fiducioso invece che la politica regionale permetta che questi investimenti si realizzino.
Il problema principale in questo caso è la dissennata politica del policentrismo perseguita dal Presidente Vasco Errani che disseminava Aeroporti e Fiere senza tenere conto delle interferenze e come se ci fosse da mangiare per tutti.
Ma da mangiare c’era solo per chi realizzava le infrastrutture. I troppi aeroporti regionali sono in difficoltà quando non già falliti.
Le Fiere medio piccole, si rubano gli eventi una con l’altra per sopravvivere.
Il nuovo Presidente della Regione Bonaccini non sembra voler dare una reale e necessaria discontinuità con questo policentrismo di Errani. Dice di voler creare un organismo di cogestione che non mi sembra proprio un netto strappo.
La verità (almeno io non ne vedo altre) è che si deve puntare su pochi poli e concentrare lì gli eventi. BolognaFiere deve riuscire ad attrarre gli eventi regionali (e limitrofi) e portarli a Bologna. Non c’è abbastanza per tutti. Servono scelte politiche coraggiose per rimediare agli errori fatti. Altrimenti BolognaFiere non riuscirà a fare profitti mai