Ci sono solo 5 città creative della musica UNESCO in tutto il mondo. Bologna è una di queste. Per la sua storia, per il suo importante conservatorio, il museo, il Teatro Comunale, il neonato liceo musicale, i festival e tanto altro.
Eppure tantissimi musicisti se ne vanno da Bologna e persino dall’Italia per trovare lavori dignitosi e vivere con una professionalità che gli è costata moti anni di studio (ed è costata anche allo Stato Italiano)
Chi resta qui spesso deve fare altri lavori per mantenersi e relegare la musica ad una passione da esercitare per volontariato. Un normativa che garantisce una pensione solo ai musicisti chi diventano famosi. Il problema è Italiano ma noi come, come città della musica UNESCO, come città dove ha sede un importantissimo conservatorio, abbiamo una responsabilità in più e il dovere di indicare una via.
Consci delle difficoltà di chi opera nel settore musicale, della scarsità di spazi, della necessità di creare più occasioni per esibizioni, già nel gennaio 2012 proponemmo un Ordine del giorno poi approvato dal consiglio comunale nel luglio 2012.
In quell’ordine del giorno del consiglio si chiede alla giunta di promuovere la musica dal vivo creando e moltiplicando le occasioni per l’esibizione degli artisti, di tutti i generi musicali, e favorendo l’attività dei locali che l’organizzano con continuità.
Ma soprattutto si invitava a considerare “la realizzare un Centro per la Musica di piccole dimensioni, in grado di ospitare costantemente i progetti artistici dei musicisti, di tutti i generi musicali”
Era il 2012 e oggi, nel 2014, l’associazione MusicalBox lancia una petizione in cui chiede alla città proprio una “casa della musica” dedicata sia al live che all’attività didattica. Petizione che ha già molti nomi importanti.
Sono convinto sia necessario unire le forze tra tutte le associazioni e da mesi a Bologna c’è chi lavora per arrivare ad un progetto condiviso di allestimento di uno spazio che poi si possa auto mantenere.
Sarebbe anche bello se i musicisti di Bologna, sulla falsariga di quanto accade a Ferrara e Modena, proponessero all’amministrazione di istituire e affidargli l’educazione musicale in tutte le scuole comunali di Bologna. Se dobbiamo creare i futuri cittadini di una città della musica UNESCO, l’educazione all’ascolto deve partire già dai bambini e sarebbe una giusta scelta politica che darebbe anche ossigeno a tanti musicisti.