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Bilancio preventivo 2014 – Discorso apertura discussione

Sala Consiglio comunale news
Articolo di: 
   del: 17 giugno 2014

Ieri, nella emblematica giornata delle scadenze IMU, IRPEF ecc… in Consiglio si è aperta la discussione del bilancio preventivo 2014 (ormai da tradizione il preventivo lo facciamo a metà dell’anno in corso).

In apertura è intervenuto prima l’assessore al Bilancio Giannini e poi io come Presidente della Commissione Bilancio. Seguirà un intervento politico Mercoledì di stampo differente.

Di seguito il testo del mio intervento in qualità di Presidente della Commissione Bilancio

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Prima di tutto dei ringraziamenti, mai scontati ma anche quest’anno più che meritati e doverosi

Un grazie all’assessore Giannini che al di là delle differenti visioni politiche, ha garantito un’assidua presenza in commissione senza sottrarsi al confronto, sostenendo l’istruttoria che come Consiglio Comunale abbiamo portato avanti e di cui relazionerò tra poco.

Un sentito grazie anche al collegio dei revisori, ai tecnici e dirigenti. Un grazie che diventa un plauso considerando che il carico di lavoro richiesto dalla sperimentazione a cui il Comune di Bologna ha aderito è stato oggettivamente eccezionale e ci porta oggi a discutere un bilancio che ha una forma ancora differente. Oggi infatti inauguriamo il DUP, il nuovo Documento Unico di Programmazione.

Quindi grazie in particolare al dott. Cammarata, al dott. Bovini e al dott. Bigi che con la consueta cortesia e chiarezza ci hanno permesso di arrivare a questa discussione con un’istruttoria di qualità e quindi coscienti della situazione.

Ma è doveroso estendere un ringraziamento a tutto il personale degli uffici che in commissione non vediamo quasi mai. Voglio dirvi che siamo consapevoli che grazie al vostro sforzo Bologna si conferma ancora una volta un Comune innovativo, anche nel campo del Bilancio.

Voglio dirvi che siamo consapevoli che e’ grazie anche alla vostra competenza, passione e sacrificio (soprattutto negli ultimi mesi) che Bologna sta definendo insieme al Ministero, un nuovo modello di bilancio per tutti gli enti locali.

L’iter di bilancio preventivo 2014 quest’anno si è avviato in anticipo rispetto ai precedenti  due anni di mandato: il 31 marzo in Consiglio e il 1 aprile in commissione. L’iter in commissione si è concluso venerdì 13 giugno. E’ quindi stato un tempo la cui lunghezza è un vero record: 2 mesi e mezzo contro le 4-5 settimane solite.

In questi mesi abbiamo visto arrivare progressivamente tutta la documentazione.

Anche questo terzo bilancio preventivo quindi viene preceduto da un lungo esercizio provvisorio e per la terza volta ci troviamo a discutere il bilancio preventivo a giugno.

Ora però che è stata impostata la nuova forma del bilancio, cosa che ha richiesto un ennesimo sforzo straordinario degli uffici, è il caso di prendere atto che tenere fermo un bilancio e cristallizzata la gestione del comune di Bologna in attesa di chiarezza da parte del governo, è tempo sprecato che fa del danno alla città tenendola inutilmente bloccata in esercizio provvisorio senza quasi mai alcun beneficio.

Auspico pertanto che il prossimo bilancio preventivo venga approvato subito dopo la legge di stabilità. I punti oscuri per i quali servono risposte dal Governo , siano chiariti con ragionevoli ipotesi. Inutile attendere risposte che quasi mai arrivano.

Abbiamo visto cambiare retroattivamente trasferimenti imputabili ad esercizi già chiusi che quindi vanno a variare avanzi già allocati.

Già questo basterebbe a capire che ogni attesa di risposte è vana quando si ha a che fare con cialtronerie simili.

Se non basta possiamo parlare dei 625 milioni di compensazione stanziati dal governo per il passaggio IMU prima casa – TASI e ad oggi ancora in attesa di ripartizione.

Se non basta posso parlare dei rimborsi degli uffici giudiziari o dei contenziosi con l’ANCI sulle entità dei trasferimenti, ma credo che gli esempi siano più che sufficienti per farci capire che gli strumenti delle variazioni di bilancio devono essere i protagonisti di una situazione che per l’appunto è continuamente variabile. Persino ad esercizio chiuso.

Quindi inutile oltre che dannoso l’esercizio provvisorio. Abbandoniamolo! Ispirandoci ad una ragionevole prudenza e a ragionevoli ipotesi e diamo a Bologna il bilancio preventivo 2015 in tempi brevi.

Riguardo alla tassazione

Resta ferma l’addizionale IRPEF allo 0,7%, bisogna dare atto. Restava ancora un ultimo incremento che avrebbe portato circa 6,5 milioni alle casse del comune che non è stato usato.  Ricordiamo però che l’IRPEF ha subito un netto aumento di 0,3 punti nel 2007 quando le minoranze in Consiglio dicevano “Attenti! Attenti! Prima di chiedere soldi ai cittadini! State attenti perché parte di quei soli dovrebbero arrivare da ATC su cui c’è qualcosa che non va nella gestione del piano sosta! Dovremmo incassare di più da quella voce”.

Era un altro mandato e un’altra amministrazione (anche se dello stesso colore), ma alcuni dei consiglieri di allora sono ancora qui. Che avevano ragione lo si è scoperto nel corso di questo mandato. La sentenza della corte dei conti condanna ATC al pagamento di 1,4 milioni per la gestione della sosta fino al 2007 e ci sono altri 6,5 milioni oggetto di indagini per la sosta degli anni 2008 e 2009. E allora come Presidente di questa commissione, avendo l’onore di rappresentare le minoranze, devo dare un senso compiuto a questa storia che si è conclusa in questo mandato ma affonda le radici in un mandato precedente.

Desta però preoccupazione il forte ricorso all’IMU e alla scelta di spingere ancora di più su questa tassa con l’aumento dell’aliquota a carico delle attività produttive. Attività fondamentali per una ripresa economica e che sono già in forte difficoltà, che dovremmo cercare di aiutare come patrimonio prezioso per il nostro Comune. L’aliquota ora è al massimo consentito dell’1.06%. L’ultimo incremento dell’1 per mille ha portato oltre 10 milioni nelle casse

L’IMU è particolarmente iniqua in quanto si basa sulle rendite catastali che sono uno dei problemi italiani. Di revisione del catasto se ne parla da anni e sono tutti d’accordo nel ritenere urgente. E invece cosa si fa in Italia prima di rivedere il Catasto? Una bella tassa che amplifica le rendite catastali in maniera esagerata e quindi ingigantisce le iniquità che contengono. Una tassa per sua natura indipendente dal reddito in un periodo di crisi.

Crisi + blocco del mercato immobiliare + IMU anelastica al variare del reddito…. sono tutti gli ingredienti per distruggere totalmente un contribuente in difficoltà con le entrate reddituali perché le imposte patrimoniali non calano se per caso perde il lavoro e quindi il reddito. Viene inchiodato con spese fisse altissime, e un immobile di cui non può liberarsi se non svendendolo drasticamente.

Rischiamo speculazioni e di mettere in mano le persone agli strozzini. State attenti su questo

Dall’IMU di incassiamo in tutto 130 milioni.

Veniamo alla TARI che porta entrate per 82,5 milioni. Che vanno tutti girati per il servizio rifiuti in gestione ad Hera. Sono il 17% di tutte le spese correnti. Cioè quasi il 20% delle spese correnti del nostro bilancio è rusco! Pattume!

Per i servizi a domanda individuale (Asili nido, Trasporto scolastico, servizi integrativi, assistenza domiciliare, centri diurni ecc…) spendiamo 27 milioni cioè un terzo.

Le entrate per multe sono circa la metà. Questo giusto per dare un’idea delle poste di bilancio in cui l’immondizia è sovrana.

A me 82 milioni per i rifiuti sembrano troppi considerando che le % di raccolta differenziata sono ancora deludenti. Su questo serve una riflessione forte dell’amministrazione. Eppure anche questa voce segna un aumento del 2,4%. Delle modalità con cui verranno usati queste maggior risorse della TARI, mi riservo delle considerazioni in sede di intervento politico.

Veniamo alla tanto discussa TASI: in questo quadro difficile l’idea di introdurre un’imposta sui servizi fortemente regressiva  era proprio ciò di cui NON si sentiva il bisogno. Del resto bisogna ammettere che questa mossa è perfettamente coerente con i pasticci governativi citati in precedenza. Quindi non ci si poteva aspettare altro.

Bisogna dare atto a questa amministrazione di aver almeno parzialmente salvato i bolognesi dal delirio di applicazione della TASI, che da il peggio di sé quando combinata con l’IMU. La scelta di applicarla solo sulle prime abitazioni ha parzialmente salvato i bolognesi dal sadismo degli inventori della TASI.

Le detrazioni TASI previste sono basate sul fondo anticrisi che quest’anno va a favore di famiglie con nuovo ISEE inferiore ai 18.000 euro, 2 figli a carico sotto i 26 anni e abitazione principale con rendita inferiore agli 803 euro.

Si cerca così di salvare qualcosa delle detrazioni per figli previste dall’IMU prima casa. Appare comunque un intervento abbastanza ridotto.

Esiste poi il grave problema delle tante famiglie in difficoltà che non hanno immobili di proprietà ma vivono in locazione e non sono quindi soggetti a TASI. Per aiutarle si prevede un altro fondo anticrisi che per essere davvero incisivo però, deve sperare nei finanziamenti sull’emergenza abitatitva di cui si parla nel recente decreto 47. Con quei finanziamenti potrebbe arrivare ad una cifra ragionevole per intervenire seriamente sulle morosità incolpevoli ed evitare alcuni drammi di famiglie in mezzo alla strada che stanno purtroppo diventando sempre più all’ordine del giorno.

Le entrate previste dalla TASI sono 48 milioni, più siamo nelle mani della Madonna si San Luca per altri 17 milioni che dovrebbero arrivare dallo Stato per compensare il mancato gettito dell’IMU prima casa (vedi 625 milioni a livello nazionale stanziati, ma di cui nulla si sa circa la ripartizione…altra incognita di Bilancio).

Se sommiamo i 130 milioni previsti dall’IMU e i 65 milioni della TASI che se pur di diversa natura va in pratica a sostituire l’IMU prima casa (ricordo 48 di TASI e 17 di compensazione che attendiamo dal governo come compensazione) otteniamo 195 milioni. Nel 2012 il consuntivo IMU, che includeva l’IMU prima casa al 4 per mille, era 174 milioni. Abbiamo quindi oltre 20 milioni in più dall’imposizione sugli immobili che cresce preoccupantemente.

Sull’annunciata riduzione delle spese, ancora una volta, come prassi usata anche negli altri anni, ci si confronta al precedente preventivo e non al consuntivo rispetto al quale invece c’è un sensibile aumento .

Riguardo agli investimenti di cui Bologna ha tanto bisogno, sottolineiamo la preoccupazione per le fonti che dovrebbero finanziarle. E’ andata deserta per la seconda volta l’asta per la vendita delle azioni di Interporto da cui l’amministrazione contava di ricavare circa 20 milioni che andavano a rafforzare gli investimenti insieme ai mutui. Ora come facciamo senza quei 20 milioni? Per ora nessuna risposta.

Infine mi rivolgo alle fondazioni bancarie: non è bello vedere nei residui tante voci e tante pendenze che riguardano entrate attese e non ancora concretizzate. Non è bello comparire così tante volte nell’elenco dei creditori pluriennali di questo comune. Mi appello alle Fondazioni perchè si parlino con l’amministrazione e decidano cosa fare con quelle tante pendenze e si sblocchino ove possibile.

Solitamente qui termino il mio intervento da Presidente della Commissione bilancio, ma quest’anno devo dedicare qualche minuto in più.

Sono passate molte amministrazioni, molti assessori al bilancio, molti si sono alternati nella presidenza della commissione Bilancio. In tutto questo alternarsi Bologna aveva un riferimento fisso per il Bilancio, il dott. Stefano Bigi.

Non bastano gli stravolgimenti della normativa, della tassazione locale, dei trasferimenti statali che stanno caratterizzando il nostro mandato.

Non basta che persino il bilancio stesso sia in profondo mutamento. A tutto questo dobbiamo aggiungere anche il pensionamento di colui che ha firmato innumerevoli bilanci.

Cose che sono rimaste immutate o comunque stabili per lustri, in questi 3 anni hanno invece subito dei veri e propri stravolgimenti. Ecco in questo mandato ci tocca assistere anche all’uscita di scena del dott. Stefano Bigi che dal 1 ottobre sarà definitivamente a riposo.

Se Bologna oggi sta resistendo a colpi incrociati di calamità naturali e tagli drastici di trasferimenti, Se sta resistendo a maldestre rivoluzioni tributarie da parte di governi con le idee poco chiare, Se sta resistendo a una crisi strutturale senza precedenti, lo dobbiamo anche al metodo e alle scelte del dott. Bigi che ha agito quando ha potuto, nei limiti delle sue mansioni e ha consigliato vari assessori e giunte.

Che ha trovato il modo per far fronte alle emergenze anche oltre il fondo di riserva, troppo esposto a scelte politiche.

Che ha evitato a Bologna di trovarsi vittima della finanza creativa e di portarsi in casa dei fantasiosi strumenti finanziari. Alcuni anni fa andavano di gran moda, le chiamavano “ristrutturazioni del debito”, erano in realtà titoli tossici che sono costati carissimi ai cittadini dei comuni che non avevano un dott. Bigi a frenare gli entusiasmi delle loro giunte.

Grazie quindi dott. Bigi per averci consegnato una Bologna che dopo alcuni anni di crisi durissimi è ancora dignitosamente in piedi. Auguri per la nuova fase della sua vita, e auguri a chi dovrà raccogliere il suo impegnativo  testimone.

 

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