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NCV – Chi paga la crisi?

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Per l’ennesima volta la questione della sosta e dei suoi servizi complementari torna a far parlare di sé e sembra non ci sia proprio limite al peggio.

Come Consiglieri siamo quasi totalmente all’oscuro di cosa stia succedendo esattamente su un argomento di cui abbiamo discusso tanto e che tanto abbiamo analizzato. Sappiamo che c’è stata la gara per l’assegnazione del servizio. Sappiamo che dovrebbe esserci stata l’aggiudicazione definitiva. Ma di cosa accadrà, come verrà gestito il passaggio, come sarà organizzato il lavoro ancora niente La mia richiesta di udienza conoscitiva del 4 novembre 2013 non è ancora nemmeno stata calendarizzata.

E in questo quadro oscuro apprendiamo che la saga dei lavoratori ex-Coopertone è tutt’altro che finita. Questi lavoratori, loro malgrado, sono protagonisti di quello che potrebbe essere un libro giallo di pessimo gusto dal titolo: “che fine a fatto la dignità del lavoro”?

L’11 marzo 2013 intervenivo in consiglio parlando della scarsa tutela dei lavoratori delle cooperative e dicevo: se la coop sei tu, lavoratore ci rimetti di più.

(qui il testo completo: https://www.facebook.com/notes/marco-piazza/crisi-coopertone-se-la-coop-sei-tu-lavoratore-ci-rimetti-di-pi%C3%B9/592259704136456 )

Cooperative che una volta erano un vanto.

Cooperative che in origine ruotavano attorno ad un sistema di valori che costituiva un aiuto e un sostegno per gli associati oltre che fonte di ammirazione.

Oggi quei valori sono molto spesso solo un palliativo che nascondono in realtà un’azienda con lavoratori travestiti loro malgrado da soci e quindi privi delle tutele proprie dei lavoratori dipendenti (infatti sono soci e quindi proprietari e non dipendenti)

Molte cooperative oggi sono vere e proprie aziende che dividono i benefici tra pochi e a cui i lavoratori devono obbligatoriamente associarsi, vivendo quindi l’associazionismo come un obbligo e una vessazione. Se invece dei Benefici ci sono Perdite, allora quelle vengono divise tra tutti come è giusto si faccia tra comproprietari che non hanno diritto a quelle tutele che hanno i lavoratori dipendenti.

Oggi apprendiamo da un comunicato stampa che NCV ha decretato lo stato di crisi. NCV è la cooperativa che circa un anno fa ha assorbito i lavoratori di Coopertone e con loro i servizi svolti per conto di ATC e TPER.

Ai lavoratori passati da Coopertone a NCV, viene mensilmente detratta dallo stipendio  (fuori busta) la quota associativa a rate (130 euro per arrivare all’importo finale di 6500 euro, come apprendiamo da un comunicato di USB).

Voi comprereste le azioni di un’azienda che ha decretato lo stato di crisi? Credo proprio che nessuno lo farebbe. Questi lavoratori invece sono obbligati a farlo.

Adesso un nuovo grido di dolore da questi martoriati lavoratori che si vedono ulteriormente scalati dallo stipendio un’altra quota del 6% alla vocePiano Anticrisi soci 6%”. Altri 90 euro circa (parliamo di uno stipendio attorno ai 1000-1200 euro al mese che si riduce a meno di 1000 euro effettivamente accreditati al lavoratore tra quota associativa e quota anticrisi)

Per sapere se questo sia vero o meno dovremmo vedere le buste paga dei lavoratori. Ma se fosse vero sarebbe da capire se lo stato di Crisi di NCV deriva dall’espletamento dei servizi per TPER e ATC (che vengono pagati con denaro pubblico) o se derivano da altre attività di tipo privatistico svolte da NCV.

Nel secondo caso significherebbe che parte degli stipendi di lavoratori dedicati ad un servizio pubblico, pagati con soldi pubblici, vengono dirottati per chiudere buchi derivanti da altre attività che nulla hanno a che vedere con la gestione dei servizi pubblici.

Io vorrei capire se questo è vero o no. Porrò la domanda in question time venerdì, ho già depositato un’interrogazione e sollecito la calendarizzazione dell’udienza conoscitiva inerente la sosta e servizi complementare richiesta alla quarta commissione il 4 novembre 2013.

Ai lavoratori consiglio di scrivere la loro storia di ordinaria follia in un libro di orrore-contemporaneo. Potrebbe essere un modo per compensare le decurtazioni che mensilmente subiscono.

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