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Fari sul Cineca: quadro molto torbido

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   del: 28 giugno 2013

RAGIONERIA STATO ACCUSA: APPALTI IRREGOLARI E ALLERGIA ALLE GARE (DIRE) Bologna, 27 giu. – Irregolarita’ “amministrativo-contabili”, consulenze non giustificate o pagate profumatamente, contributi pubblici sovradimensionati, contratti di lavoro applicati a dipendenti e dirigenti nettamente migliorativi rispetto a quello della pubblica amministrazione che andava preso come riferimento. Sono tante le contestazioni del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato avanzate nei confronti del Cineca, il Centro bolognese interuniversitario di supercalcolo: la relazione della Ragioneria risale al 2007 e proprio da quella partirono la segnalazione alla Corte dei conti dell’Emilia-Romagna e le indagini della Guardia di finanza di Bologna che hanno accertato un danno erariale per 5 milioni. “Quello emerso ieri- dice Massimo Bugani, capogruppo del Movimento 5 stelle in Comune, scorrendo le quasi 80 pagine della relazione del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato- probabilmente e’ la punta di un iceberg. Da tempo sto seguendo le vicende che riguardano il Cineca e ogni passaggio mostra un quadro sempre piu’ torbido”. La Ragioneria, come prima cosa, evidenzia che il Consorzio “ormai da tempo”, in contrasto con lo Statuto, “ha assunto organizzazione e caratteristiche proprie di una societa’ commerciale che dietro corrispettivo offre servizi, anche ai propri consorziati, nel campo della consulenza informatica”. La Ragioneria, inoltre, punta l’indice contro i finanziamenti del Miur, che avvengono su “basi storiche, senza alcuna valutazione sia sulle effettive necessita’ del Consorzio, sia in rapporto ai complessivi servizi che lo stesso Consorzio rende in via istituzionale al Miur e i cui oneri di produzione sono stati nel tempo finanziati dallo stesso Miur”. Insomma, la maggioranza dei servizi del Cineca al Miur sono ormai di “mantenimento”, e la loro progettazione e realizzazione, finanziate “in modo consistente” dal ministero, “e’ da considerarsi ormai ampiamente ammortizzato nel tempo”.

Il Cineca, osserva ancora il Dipartimento della Ragioneria generale, offre servizi, consulenze e prodotti informatici ai consorziati o ad altri clienti a “prezzi di mercato”, anziche’ a prezzi di costo, il che provoca “l’affievolirsi del fine mutualistico”. Ma poiche’ il costo della progettazione, come visto, e’ gia’ stato ammortizzato, il Consorzio dovrebbe rendere libero l’utilizzo del software “senza il pagamento del canone, almeno nei confronti delle Universita’ consorziate”. Alla Ragioneria dello Stato non torna neanche il modo in cui il Cineca tiene la contabilita’. Nelle entrate proprie, ad esempio, vengono iscritti importi per operazioni e servizi che il Consorzio non ha reso direttamente, ma tramite la societa’ partecipata Kion. Nel triennio 2003-2005 si tratta di una cifra rilevante: Kion fattura al Cineca 11,3 milioni per servizi resi direttamente agli Atenei e a terzi. Il Consorzio, a sua volta, agli stessi soggetti fattura curiosamente una cifra inferiore di oltre 4 milioni, pari a 6,9 milioni. Cosi’, prosegue la relazione, le entrate proprie del Cineca “appaiono gonfiate rispetto ai servizi effettivamente resi”. Peraltro, in questo modo le controllate, “in violazione del quadro normativo in vigore”, evitano “le gare ad evidenza pubblica”. Altro aspetto preso in considerazione, quello relativo alla “acquisizione di servizi specialistici di produzione”: voce per cui la spesa lievita dai 4,6 milioni del 2003 ai 7,2 milioni del 2006. In questo ambito l’attenzione del Dipartimento si concentra soprattutto sulla convenzione con la ditta bolognese Jca, rapporto iniziato nel ’98 e che va avanti fino al maggio del 2006.

La convenzione 1999-2001 prevede lo svolgimento “di attivita’ formativa resa dal Consorzio nei confronti dei dipendenti della ditta Jca i quali, alla data della stipula della convenzione, non possedevano adeguate competenze”, perche’ neolaureati. “Cio’ ha comportato per il Consorzio un costo figurativo improprio individuabile nel mancato impiego nelle attivita’ ordinarie dei propri dipendenti che, invece, venivano utilizzati per l’attivita’ di formazione svolta nei confronti dei dipendenti della ditta Jca”. Eppure allo stesso tempo il Cineca, nel 2001 pagava a Jca 591 mila euro, retribuendo in “modo altamente professionale” le prestazioni dei giovani in formazione. Nel corso degli anni il rapporto cambia e nel periodo dal 2001 al 2005, recita la relazione, la Jca fattura al Cineca “una consistente cifra” pari a 5,4 milioni: anche in questo caso la Ragioneria generale contesta la mancanza di una gara ad evidenza pubblica. Capitolo consulenze. Nel 2002 il Cineca spende 2 milioni e man mano la cifra cresce fino ad arrivare ai 6 milioni del 2006. “L’elevato ricorso” a professionalita’ esterne (non disciplinato da alcun regolamento), osserva il Dipartimento, fa dire che il Cineca “non e’ in grado di fronteggiare le attivita’ istituzionali con il proprio personale dipendente. Peraltro nella maggior parte dei casi c’e’ la “violazione dell’obbligo di adottare procedure improntate alla imparzialita’ e trasparenza per mancata emanazione di avvisi pubblici di selezione”. Segue, poi, una lista di consulenze affidate a commercialisti, avvocati o consulenti del lavoro che non risultano improntate al “criterio di economicita’”. E il Consorzio “ormai da tempo versa in una situazione di eccessiva dipendenza esterna per lo sviluppo delle proprie attivita’”. (Evi/ Dire) 12:56

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