E’ partito il conto alla rovescia: entro 30 giorni si dovrà pronunciare il Commissario ministeriale per approvare o meno il piano salva-Teatro Comunale di Bologna.
Da questa risposta non dipendono “solo” 8 milioni di euro di finanziamenti, ossigeno per le casse del Comunale che ad oggi è sull’orlo della crisi, ma il futuro stesso dei lavoratori che si sono messi in gioco anima e corpo.
Il piano di risanamento è infatti costruito su 21 pensionamenti e sulla sospensione degli accordi integrativi relativi ai premi di produzione, insomma è a tutti gli effetti il frutto dei sacrifici dei lavoratori.
E pensare che meno di un mese fa in Consiglio Comunale è stato approvato all’unanimità un Ordine del Giorno a 5 stelle in cui si chiedeva al Sindaco, in qualità di legale rappresentante del nostro Teatro Comunale, di affiancare il Sovrintendente Ernani nell’adempiere all’obbligo di verificare che non siano stati corrisposti interessi anatocistici agli istituti bancari che hanno concesso affidamenti.
Obbligo previsto dalla legge 112/2013 grazie all’approvazione di due storici emendamenti presentati da Michela Montevecchi, nostra portavoce al Senato: la restituzione degli interessi anatocistici indebitamente versati alle banche potrebbe ribaltare la situazione e far ripianare il dissesto a chi, in questi anni, ha lucrato sulle spalle del Teatro Comunale.
Con tutta probabilità, se il Sindaco Merola o le amministrazioni precedenti avessero richiesto a tempo debito la verifica degli interessi anatocistici (senza il provvidenziale “pungolo” rappresentato dagli emendamenti approvati in Senato) forse ora i lavoratori non si troverebbero in questa drammatica situazione: sollecitiamo ancora una volta Merola a provvedere al più presto e a percorrere ogni via utile per salvare il Teatro Comunale e i suoi dipendenti.
In quanto Portavoce, vigileremo lungo tutti i livelli delle istituzioni affinché non vengano calpestati i diritti di questi cittadini e per garantire la massima trasparenza lungo tutto il procedimento.
Michela Montevecchi, Marco Piazza e Massimo Bugani