Movimento 5 Stelle Bologna
La democrazia è partecipazione

SICUREZZA: le nostre proposte

Articolo di: 
   del: 5 maggio 2011

L’ AGESCI Associaione Guide e Scout Cattolici Italiani ci ha sottoposto alcune domande.

Pubblico quella riguardante il tema sicurezza perchè ci ha dato modo di sviscerare bene le nostre riflessioni da cui nascono le nostre proposte.

 

sicurezza

 

 

4) Anche nella nostra città si parla spesso di “sicurezza”, spesso come antidoto alla “paura” provocata dalla difficoltà ad incontrarsi ed accogliersi reciprocamente. Gli scout hanno fatto della propria capacità di incontro e condivisione, al di là delle provenienze, del ceto sociale e delle religioni, uno dei loro tratti distintivi. Gli scout hanno, tra l’altro, anche grande attenzione a ciò che promuove una cultura della legalità e del rispetto della democrazia. Quali iniziative realizzerebbe su questo terreno la Vostra amministrazione?

La in-sicurezza di questa città è direttamente proporzionale allo sgretolamento delle reti sociali di questi anni. Bisogna aiutare le persone a ricostruire questa rete di rapporti sociali invitandole ad uscire dalle mure domestiche e a riempire gli spazi pubblici e collettivi. Bisogna aumentare gli spazi di aggregazione sia coperti che all’esterno a disposizione dei cittadini per ritrovarsi, rendendoli sicuri e facilmente fruibili e serviti. La pedonalizzazione reale del centro storico incentiva le persone a frequentarlo, che dovranno poter fruire di un servizio autobus più capillare anche durante le ore serali. Bisogna riportare la cultura in nel centro storico ad esempio aprendo la sera musei, gallerie d’arte, edifici storici (comprese le chiese in quanto artisticamente rilevanti). L’animazione dei parchi pubblici con il coinvolgimento di artisti di strada affidando loro alcuni spazi allontana la delinquenza. L’installazione di bagni pubblici e fontane invoglia l’utilizzo degli spazi aperti che siano parchi piazze o strade. E’ necessario prevedere che la Polizia Municipale faccia gli Alcol test nei parcheggi delle discoteche prima che le persone si mettano in macchina.Per i luoghi chiusi bisogna favorire l’utilizzo delle sale comunali semplificando l’iter di prenotazione e abbassando i canoni di utilizzo.

La in-sicurezza di questa città è legata anche ad un radicamento delle organizzazioni di stampo mafioso italiane e straniere nella nostra Regione. Da decenni infatti nelle diverse province della regione sono presenti e attive cosche mafiose impegnate sia in attività criminali causa di allarme sociale (traffico di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsioni, usura, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione), sia in attività criminale che destano minor allarme sociale

(contrabbando, gioco d’azzardo, caporalato, riciclaggio, truffe, infiltrazione e condizionamento nell’economia locale nei settori del movimento terra, trasporti, sofisticazione alimentare, ristorazione e attività ricettiva, sanità, ciclo dei rifiuti, energie rinnovabili e assimilate). Per combattere le mafie bisogna conoscerle, dobbiamo conoscerle noi amministratori e devono conoscerle i cittadini. Le mafie operano rispondendo alle richieste delle comunità. Offrono cocaina e droghe perché vi è richiesta; offrono prostitute/i perché vi è richiesta; offrono merce contraffatta perché vi è richiesta. Pensare di colpire la mafia dei colletti bianchi sul piano militare, con arresti, è inadeguato e insufficiente. La Pubblica Amministrazione può fare molto, promuovendo una seria ed incisiva azione nell’ambito della Scuola e degli ambienti di aggregazione e impegno sociale, oltre che con attività di contrasto preventivo.

Bisogna comprendere che le mafie offrono risposta alla richiesta proveniente dalla comunità. Se non vi fosse “domanda” l’offerta sarebbe inutile… e le mafie sarebbero in ginocchio perché non avrebbero più la fonte primaria del denaro sporco da riciclare. Sfruttamento della prostituzione, contrabbando, droghe, gioco d’azzardo, se private della “richiesta” diventano un business fallimentare per le mafie. Ciò significa che il primo punto di azione sta nel riuscire ad incidere nelle scelte compiute dalle singole persone che costituiscono oggi il bacino di “utenza” di queste attività. In parallelo deve esserci un’azione di contrasto preventivo rispetto a quello della Magistratura. Gli Enti Locali, ad esempio, forniscono le autorizzazioni per aperture di locali (circoli culturali o ricreativi piuttosto che club privati) di che diventano di copertura, dovranno quindi verificati a monte i soggetti richiedenti le autorizzazioni. Poi insieme alle organizzazioni sociali e di categoria (associazioni, sindacati e organi di polizia), dovranno svolgere attività di “controllo” e “contrasto” delle situazioni irregolari.

La mafia segue i grandi flussi di denaro, quindi si dovranno evitare le centrali uniche appaltanti e i maxi appalti. Attraverso gli strumenti di pianificazione urbanistica si dovrà evitare la pratica della “deroga” costante in quanto è proprio dietro a questa pratica costante che si sviluppano i fenomeni speculativi. Bisognerà evitare l’alienazione dei patrimoni pubblici ( a Bologna ci sono 19 ex caserme in vendita) e la realizzazione dei project financing. La mafia o gli speculatori hanno ingenti somme di denaro da riciclare o investire in operazioni poco trasparenti.


Si ringraziano la Casa della Legalità e Democrazialegalità.it per gli spunti forniti

Si ringraziano Christian Abbondanza ed Elio Veltri che hanno curato il Dossier


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