E’ doppio il danno che la nevicata di questi giorni sta portando ai bolognesi; oltre agli innegabili disagi, ai costi energetici ed al rischio di incolumità, si è aggiunto un forte danno ambientale: decine e decine di alberi sono stati abbattuti o sono in via di abbattimento.
La scure, non solo metaforica, si è abbattuta prevalentemente sui pini: viale Oriani, piazza San Francesco e via Martini sono solo i fenomeni più evidenti.
E’ chiaro che la coscienza ecologista si abbina alla tutela della sicurezza ed incolumità dei cittadini: se gli alberti hanno causato o possono seriamente causare danni a persone o cose vanno senz’altro abbattuti.
Ma altra cosa è, come nei casi ricordati, prendere a pretesto la forte nevicata per procedere ad un abbattimento indiscriminato prevalentemente ai danni dei pini, rei di non essere alberature autoctone, compiendo così quella ‘strage degli innocenti’ che già altre amministrazioni in passato hanno prodotto (famoso il caso dei 700 alberi che la Giunta Guazzaloca stava per abbattere perchè UNO, da tempo pericolante, aveva procurato un incidente mortale)
Ma pare che i pini debbano pagare un prezzo anche perchè non autoctoni: è una della motivazioni portate ai cittadini di piazza San Francesco, inferociti per gli abbattimenti indiscriminati dall’amministrazione comunale per voce del Dott. Diolaiti, forte del parere di un luminare della botanica bolognese, il professor Lugaresi, a lungo consulente del Comune di Bologna.
Il prof. Lugaresi da anni conduce una sua personalissima battaglia contro pini ed altri alberi considerati di minor pregio perchè non caratteristici del nostro territorio oppure semplicemente da frutta.
Fu famoso, anni fa, il caso di un ciliegio in via San Felice, che un disinvolto parere del professor Lugaresi stava per far abbattere solo perchè un po’ storto e che invece l’iniziativa dei cittadini riuscì a salvare.
Bologna non ha bisogno di dispute accademiche su quali siano le alberature più consone alla città (e la recente strage di piazza Minghetti dimostra che la scure si abbatte anche sugli alberi di maggior pregio), Bologna ha bisogno di verde per poter respirare, di verde diffuso, qualificato, potenzialmente resistente ai più gravi fenomeni naturali ed anzi in grado di offrire solidità al suolo con la diffusione degli apparati radicali non soltanto nei parchi.
Senz’altro i pini domestici presentano condizioni di fragilità, ma è responsabilita anche del comune di Bologna non aver predisposto un ampio progetto di piantumazione di alberature autoctone e resistenti che gradualmente potessero integrare quelle esistenti, lasciando i pini decorativi in zone non a rischio.
Il Regolamento del verde troppo spesso pare subordinato al Regolamento Edilizio che a sua volta non prevede un assetto ed un regolamento delle alberature che possa esprimere una vera cultura del verde.
Il Bilancio in discussione dai prossimi giorni è il primo banco di prova per questa nuova Amministrazione per dimostrare la reale volonta’ di investire sul verde urbano evitando di scialacquare risorse con progetti onerosi e devastanti quali il People Mover.
Filippo Boriani
consigliere quartiere Saragozza