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Perchè diciamo NO al nucleare

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L’8 e il 9 novembre 2010 sono stati 23 anni della vittoria del sì al referendum “no al nucleare”.

Quali notizie si hanno oggi su questo tipo di energia? Si può pensare che, ora, sia giusto utilizzarla?Abbiamo ascoltato e letto diverso articoli di vari studiosi e la conclusione alla quale siamo giunti è: NO! Diciamo ancora “No al nucleare”.

Il governo dice che utilizzando questo tipo si avrà un ritorno energetico sia in termini economici che di salvaguardia dell’ambiente… niente di più falso! Perché utilizzando l’energia nucleare non si avrà un ritorno positivo in termini economici? Con la svolta al nucleare le bollette saranno più care per le tasche degli italiani. Da un’indagine svolta su più studi internazionali dalla Fondazione per lo sviluppo Sostenibile, (il cui presidente è l’ex ministro dell’Ambiente, Edo Ronchi), si è scoperto, infatti, che: «Il nucleare sarà significativamente più costoso e non regge la concorrenza né delle centrali a gas, né di quelle a carbone». Confrontando varie tipologie di energie si è visto che le tecnologie alternative, (in particolare le rinnovabili) hanno ritorni energetici più che buoni.

Cos’è il “ritorno energetico” (EROEI)? L’EROEI è la differenza fra quanta energia viene ricavata (intesa come qualsiasi forma effettivamente utilizzabile di energia) da un impianto nella sua vita media e quella spesa (conteggiando solo quella a carico umano escludendo, quindi, le energie naturali all’origine) per costruirlo e mantenerlo. Altro motivo per il quale la prima affermazione è falsa è che in Italia (dichiarazione effettuata dall’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas): «L’offerta di energia elettrica è significativamente superiore alla domanda, grazie ai numerosi impianti entrati in esercizio negli ultimi anni, tendenza che peraltro non è destinata a fermarsi, garantendo quindi una costante e soddisfacente copertura delle punte e rendendo teoricamente possibile anche l’esportazione di energia in maniera non episodica». Si è visto che la potenza installata nel nostro paese è molto superiore al consumo di picco che si ha in Italia. Quindi, costruendo nuove centrali nucleari si avrà una spesa di alcuni miliardi di euro, (che si sa già destinata ad aumentare a causa delle tempistiche mai rispettate) inutile.

Secondo l’AIEA (agenzia internazionale energia atomica) il costo dell’uranio, inoltre, è e sarà sempre più alto perché è destinato a finire, (proprio come il petrolio) e l’Italia non ha questa “materia prima”, (mentre, per quanto riguarda le energie rinnovabili non abbiamo alcun problema).

Ultimo, ma non ultimo, l’Italia ha degli impegni internazionali di riduzione delle emissioni dei gas-serra e se non verranno rispettati questi prevedono pesanti sanzioni. Il fotovoltaico e il solare termodinamico hanno brevi tempi di realizzazione, mentre il lungo ciclo di costruzione del nucleare (15 anni) ci farebbe pagare pesanti multe.

Quindi, come affermato da eminenti studiosi come il premio Nobel per l’economia Joseph Stigliz: “L’energia nucleare non rappresenta un’opzione energetica sostenibile, in primo luogo dal punto di vista della sostenibilità economica”. Perché con delle nuove centrali nucleari non avremmo una vera salvaguardia dell’ambiente? Qualsiasi centrale nucleare produce “scorie radioattive”. Una parte di questa è normalmente dispersa nell’ambiente (reflui del raffreddamento), un’altra (tutti i materiali che, trovandosi nel reattore o nei pressi, sono soggetti ad una continua emissione di radiazioni) è considerata “rifiuti speciali” o “scorie nucleari”. In Europa non esiste ancora un piano di stoccaggio definitivo delle scorie radioattive. Ci sono solamente aree di stoccaggio temporaneo. In Germania una di queste aree sta creando notevoli problemi ambientali. Nel mondo si sono realizzate delle soluzioni solo per le scorie radioattive di 2° grado (media attività), mentre per quelle di 3° grado (alta attività che può richiedere anche 100.000 anni per decadere), nessun paese ha ancora trovato come fare. Dal 1979 nemmeno gli USA costruiscono più centrali nucleari; come mai? Perché dovremmo farlo noi se neppure la nazione dov’è nata questa tecnologia si azzarda ad aumentarne il numero sul suo territorio? Abbiamo parlato in generale dell’Italia ma in Emilia Romagna come’è la situazione? Nella nostra regione il 26 ottobre è stata votata: la totale indisponibilità a ospitare siti nucleari e aree per la ricerca di quarta generazione (che ancora non esiste), grazie alla risoluzione presentata dai consiglieri Favia e De Franceschi. Naturalmente, anche con questa risoluzione continueremo a controllare il futuro dei siti di Caorso e di Montecuccolino, non smettendo mai di fare fiato sul collo alla nostra amministrazione!

di Patini Silvia

 

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