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Il 14 settembre 2011 la legge 148/2011 ha convertito in legge il D.Lgs 138, altrimenti nota come “manovra finanziaria bis”,
L’art. 4 del D.Lgs 138 appena convertito in legge, si pone l’obiettivo di colmare il vuoto normativo lasciato dall’abrogazione dell’art. 23-bis del decreto legge n. 112/2008 a seguito dell’esito dei referendm del 12 e 13 giugno.
Per far ciò, il decreto ripropone nei fini l’impianto preesistente la consultazione popolare dello scorso giugno, escludendone l’applicabilità al solo settore idrico presupponendo che l’acqua fosse l’unico oggetto dei primi 2 quesiti referendari.
In tal modo, l’articolo in esame rilancia il processo di liberalizzazione dei servizi pubblici locali, avviato sulla base del precedente impianto regolatorio.
Questa conversione in legge non ha quindi tenuto conto del rilievo dell’ANCI in merito a questo articolo. L’ANCI infatti ha annunciato ricorso l’8 settembre alla corte Costituzionale proprio contro l’articolo 4 di questo decreto.
La giurisprudenza della corte costituzionale infatti sancisce un periodo di cinque anni a partire dalla data del referendum per il rispetto delle volonta’ emerse dalla consultazione popolare.
La conversione in legge della Manovra finanziaria non ha nemmeno tenuto conto della mobilitazione dei movimenti che hanno sostenuto il referendum del 12 e 13 giugno quando 28 milioni di cittadini hanno espresso la loro chiara volonta’ in merito ai servizi pubblici locali dicendo NO in maniera inequivocabile alla privatizzazione dei servizi pubblici locali di interesse generale.
L’acqua e’ tra questi servizi che e’ stato assunto a simbolo di questo referendum, ma l’acqua non era l’unico oggetto del referendum su cui i cittadini si sono chiaramenti espressi. Il referendum aveva un portata ben piu’ ampia e investiva tutti i servizi pubblici di interesse generale e piu’ in generale comunicava alla politica la voglia dei cittadini di inaugurare una nuova politica che mettesse al centro l’essere umano e i beni comuni sottraendoli dalle logiche del mercato, della finanza, del profitto, delle societa’ per azioni…
E’ per questo che assieme alle forze politiche presenti in consiglio che hanno sostenuto e lavorato per rendere possibili i referendum del 12 e 13 giugno, abbiamo preparato un ODG che chiediamo di trattare in coda ai lavori della seduta odierna considerando la stretta attualita’ del tema che richiede una presa di posizione immediata da parte di questo consiglio a a sostegno della posizione ufficiale assunta dall’ANCI.
In questo ODG ci appelliamo alla Presidenza della Repubblica perche’ quale garante della Costituzione faccia tutto cio’ che e’ in suo potere per non permettere che vengano approvate leggi che violano l’esito dei referendum popolari.
Chiediamo che venga approvato oggi perche’ e’ importante che il consiglio comunale di Bologna denunci immediatamente in questa stessa seduta odierna (la prima dopo la conversione in legge della manovra) la violazione della volonta’ popolare prendendo le distanze da questo gesto denunciato dai Movimenti di cittadini e dallo stesso ANCI.
Fine del discorso
NOTA: Il PD ha bocciato la possibilita’ di discutere OGGI questo ODG che quindi ora dovra’ andare in commissione. Dicono che e’ una materia complicata che hanno bisogno di maggiore approfondimento (!!!)… L’Italia e’ in sommossa e il PD non sa di cosa si parla?? Mah… Prima che arrivi in consiglio passeranno varie sedute e sara’ ridicolo mandare un messaggio al Presidente della Repubblica su una legge che è approvata da un mese…. Quindi lo scempio a Roma avviene e Bologna sceglie di TACERE. Complimenti!
NOTA 2 (da giu’ di testa!): Interviene il Sindaco Merola e parla della manovra convertita in legge. Nel discorso dice anche che l’articolo 4 viola la volonta’ referendaria… che e’ una cosa inaccettabile… peccato che il PD, bocciando l’ammissibilita’ della seduta di oggi, si sia bruciata l’unica possibilita’ che aveva di mandare un segnale chiaro su quanto espresso e condiviso dallo stesso Sindaco… ma il Sindaco e la sua maggioranza SI PARLANO??? Non e’ la prima volta che paiono andare da due parti diverse.