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Il Comune di Bologna chiede sacrifici? Sì, ma solo ai cittadini!

Articolo di: 
   del: 1 maggio 2012

L’Italia è in crisi, Bologna è in crisi, Hera è in crisi… oppure no?
Mentre aumentano sempre più le tasse, la disoccupazione, le persone senza casa e gli anziani che devono andare a chiedere da mangiare alla Caritas, i super manager continuano a sguazzare nell’oro.
Il presidente di Hera non si sente in colpa con nessuno perché non vuole diminuirsi (anche, solo, per una minima parte) il suo lauto compenso di 380.000 euro lordi l’anno!
Dopo la richiesta fatta dai sindaci dei comuni di: Minerbio, Granarolo, Baricella, Casalecchio, Granarolo, Monteveglio, Pianoro, Castelmaggiore, Pieve di Cento, Zola Predosa, Calderara e Sala Bolognese il gesto di sobrietà auspicato non si è concretizzato.
In un momento dove i giovani non hanno più speranza per il futuro, i genitori sono “esodati”, gli anziani non arrivano a fine, gli aumenti dei suicidi fra i piccoli imprenditori, pensionati e disoccupati sono in un fortissimo aumento gli amministratori di Hera grazie al Comune di Bologna schiaffeggiano tutti noi!
La riduzione dello stipendio non è stata presa minimamente in considerazione dall’amministratore delegato Tomasi di Vignano (280.000 €), dal direttore generale Maurizio Chiarini (430.000 €), dai consiglieri di amministrazione con incarichi operativi (80.000 €) e dai consiglieri senza incarichi (50.000 €).
Questa riduzione non è stata, soprattutto, presa in considerazione dal Comune di Bologna che con il suo 13,7% delle quote dell’Holding Energia Risorse e Ambiente ha salvato i compensi al Consiglio di amministrazione di Hera!
Durante l’ultima assemblea dei soci della multiutility l’ordine del giorno sui compensi, infatti, ha comunque ottenuto il 62% dei voti favorevoli del cda proprio grazie al voto dell’amministrazione comunale.
A fine seduta l’AD di Hera ha dichiarato che non si sente minimamente in debito con nessuno!
Il Comune sta pensando di fare una Fondazione per i servizi pubblici pedagogici dove “buttare” tutte le maestre, bidelle e tutti i lavoratori della scuola perché non ha soldi; vuole che l’istruzione diventi, in parte, privata perché, altrimenti, non sa come riuscire a dare il servizio per tutti i bambini; non pensa, però, che con un abbassamento dei compensi dei super manager potrebbe avere un po’ di liquidità in più per i servizi ai cittadini.
La posizione dei Comuni della provincia è chiara! Perché, invece, il Comune di Bologna ha votato a favore dello stipendio di Tommasi & Co? Ci aspettavamo ben altre azioni dopo il discorso fatto dalla vicesindaco, con delega al Bilancio, Silvia Giannini che, appena insediata, disse: «bisogna ridurre i costi del cda di Hera che costa più di quello dell’Eni e dell’Enel!».
Il Comune di Bologna chiede a tutti i noi sacrifici ma, come al solito, non li chiede a chi davvero può farli!

Silvia Patini

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