Un po di tempo fa ho scritto questa nota, la ripropongo perchè sempre più attuale. Il Comune va verso la privatizzazione dei Nidi, intanto la Cancellieri ha assicurato scorte di pannolini monouso al Comune di Bologna per i prossimi 4 anni. Noi proponiamo di usare quelli lavabili, riducendo i costi e l’inquinamento.
Il Commissario Cancellieri con atto esecutivo del 16/12/2010 PG. N.297047/2010 autorizza il Comune alla spesa di € 552.000 per l’acquisto di pannolini monouso per i nidi di infanzia comunali per il quadriennio 1/2/2011 – 31/1/2015. Il Comune di Bologna ha sottoscritto il Protocollo d’intesa tra Comune, Regione Emilia-Romagna ed Intercent-ER per la razionalizzazione degli acquisti di beni e in virtù di questa intesa ha scelto di acquistare pannolini monouso. Ma siamo sicuri che questa sia la direzione giusta?
Alcune cose mi lasciano perplessa. Da una parte il Commissario aumenta la tassa sui rifiuti, aumenta la retta dei nidi, stipula una convenzione tra Comune di Bologna e ARPA a favore del monitoraggio della qualità dell’aria finalizzata alla prevenzione e dall’altra sceglie di impegnare Bologna per 4 anni nell’acquisto di pannolini monouso, che aumentano il volume dei rifiuti, sono più costosi di quelli lavabili e decisamente più inquinanti poiché devono essere inceneriti.
Il portale ACQUISTIVERDI.IT nell’aprile 2009 pubblica uno speciale dedicato all’utilizzo dei pannolini lavabili per ridurre la produzione di rifiuti. Utilizzo ancora poco diffuso tra le Pubbliche Amministrazioni che hanno avviato o intendono avviare progetti diGreen Public Procurement (ricordiamoci questa dicitura perchè più avanti la ritroveremo). “Ogni giorno in Italia vengono utilizzati almeno sei milioni di pannolini usa e getta, che in un anno corrispondono a 2 miliardi e 190 milioni di pannolini di plastica … l’impatto ambientale del ciclo produttivo di un pannolino usa e getta è elevatissimo rispetto a quello di un pannolino lavabile: 3,5 volte più energia, 8 volte più materie prime non rinnovabili, 90 volte più risorse rinnovabili, 2,3 volte più acque di scarico, 30 volte più di rifiuti solidi. Per produrne 500 occorre abbattere un albero di medie dimensioni. Nella fase produttiva consumano un’enorme quantità di risorse naturali: energia, acqua, polpa di legno, plastica, idrogel, ecc.. Vengono inoltre abitualmente sbiancati al cloro. Infine, lo smaltimento: i pannolini usa e getta abbandonati nell’ambiente (o in una discarica) necessitano di 500 anni per degradarsi. Se bruciati, essendo di plastica, liberano diossina.”
La Regione Emilia Romagna ad agosto 2010 pubblica il bando di gara per la fornitura di pannolini.
spiega che la gara “rientra tra le iniziative di green public procurement di Intercent-ER: nelle modalità di aggiudicazione della fornitura verranno infatti ampiamente valorizzati criteri di sostenibilità ambientale, quali la riduzione delle emissione di CO2 nei processi di produzione e/o smaltimento, l’utilizzo di fibre naturali o di cellulosa proveniente da foreste certificate … e l’offerta di pannolini biodegradabili e/o compostabili”. Peccato che non si faccia riferimento a pannolini riutilizzabili e si sia optato per l’acquisto di tradizionali monouso. Alla faccia del Green Public Procurment….
Alla luce della voragine nel bilancio del Comune di Bologna, è saggio impegnarsi per 4 anni nell’acquisto di pannolini monouso?
Alla luce dei numerosi, e oltre i limiti previsti, sforamenti registrati dalle centraline di monitoraggio dell’aria, è saggio continuare a produrre rifiuti da incenerire che a loro volta aumentano la quantità delle polveri nell’aria?
Federica Salsi – candidata capolista M5S – Bologna