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Bilancio 2012 del Comune di Bologna: ii problemi ci sono… ma non si vedono!

Articolo di: 
   del: 13 giugno 2012

Di seguito l’intervento di Marco Piazza nel consiglio del 13 giugno 2012 in cui si parlava di Bilancio

 

  • C’e’ ma non si vede: il grosso problema della gestione del piano sosta a Bologna. Il primo febbraio 2012 nasce TPER dalla fusione di ATC e FER operazione con cui Bologna ha rinunciato per sempre alla sua azienda di Trasporto Pubblico che passa sotto il controllo della Regione nonostante l’ex ATC avesse oltre il 48,9% e la regione solo il 46%.

    Contestualmente a questa fusione una “scheggia” (importante e sicuramente la più redditizia) di ATC viene scissa ed esclusa da TPER: viene battezzata “ATC sosta”. Dentro questa nuova ATC sosta restano 128 ex dipendenti (degli oltre 2000) di ATC spa che hanno anni di esperienza e competenza nella complessa applicazione del Codice della Strada e che in base alla legge (legge 127/1997, art 17 commi 132 e 133) possono ora svolgere solo un piccola parte del loro lavoro. Possono ora controllare solo i parcheggi delle strisce blu e basta. Niente transiti e sosta su corsie preferenziali, passi carrai, strisce bianche, carico/scarico, parcheggi H….

    Oltre alla grande preoccupazione per il futuro di queste 128 persone, c’e’ un grosso danno per il Comune di Bologna che si stima in 30.000 euro al giorno di mancate entrate. Il problema e’ grosso, c’e’, ma non si vede! Non si vede perché ogni anno al comune viene trasferita una parte fissa (canone di concessione) e una parte variabile che però è legata agli incassi dell’anno prima quindi il 2011. Quindi il problema lo vedremo nel bilancio dell’anno prossimo quando ci sarà stato il tempo di mettere qualche pezza (una con la delibera di giunta 50 con cui si danno 500K euro a SRM per attivare con TPER il controllo della sosta….. che ha appena alienato escludendo ATC sosta dalla fusione!!!).

  • C’e’ ma non si vede…. il problema del people mover! Il People Mover verrà realizzato con un project financing che allo stato attuale scarica i costi ed i rischi della realizzazione e gestione completamente sul pubblico ovvero sui cittadini. Questo in virtù di patti parasociali tra i soci TPER (ieri ATC) e CCC. Patti di cui abbiamo parlato tantissimo nelle commissioni, che tutti qui siamo concordi a dire che vanno modificati, che servono soci privati nella compagine societaria… ma purtroppo ancora niente e’ cambiato. Peraltro approfondendo la questione ho appreso che in generale moltissimi project financing ripetono lo stesso schema che vediamo qui a Bologna ovvero i costi e i rischi vengono in qualche modo rigirati sul pubblico snaturando l’istituto che prevederebbe invece il rientro dei costi sostenuti dal privato mediante gli anni di gestione successivi alla realizzazione. Questa cosa e’ costantemente denunciata da esperti come Ivan Cicconi che hanno scritto dettagliati e documentati saggi sul tema.

  • C’e’ ma non si vede…. l’addio ad ATC l’azienda completamente del Comune e della Provincia di Bologna che per molti anni ha gestito il trasporto pubblico locale a Bologna e dintorni.

    Con la fusione del 1 febbraio 2012 che ha portata alla nascita di TPER, l’abbiamo letteralmente regalata alla regione Emilia Romagna. Unico premio di consolazione rimasto al Comune e’ l’elezione del presidente di TPER che però ha limitatissimi poteri. A questo punto ATC era meglio venderla, per lo meno avremmo dato un po’ di respiro al bilancio che ci avrebbe aiutato a superare questo periodo di transizione. Invece abbiamo perso il controllo dell’azienda di trasporto pubblico proprio adesso che abbiamo in campo un ambizioso piano di riorganizzazione della mobilità a Bologna.

  • Ci sono ma di tante non se ne vede l’utilità…. le partecipazioni societarie. per esempio le partecipazioni con meno dell’1%: Lepida per esempio con lo 0,01%. A cosa servono? Ma anche TPER oggi che non ci da nessun concreto vantaggio come dicevo prima? Oltre l’80% di partecipazione nel CAAB che da anni non riesce a far fruttare a pieno le sue potenzialità. Il discorso sul CAAB e’ complesso ma deve essere affrontato a livello regionale e magari anche inter regaionale altrimenti continuiamo a farci concorrenza da soli.

    Discorso tutto particolare per SERIBO di cui il Comune di Bologna possiede oltre il 50% ovvero la maggioranza assoluta. La società offre un servizio importantissimo che va controllato da vicino: prepara e porta i pasti ai bambini delle scuole di Bologna. Eppure tutte le volte che in commissione si parla di SERIBO sembra che il Comune non abbia nessun potere su questa società, sembra che il Comune sia un semplice cliente. Possibile?? Se le cose sono così a cosa serve avere il 51%???

  • C’e’ ma purtroppo si vede pochissimo….il settore cultura e promozione indebolito da continui tagli. Settore che invece potrebbe essere strategicamente utilizzato come una delle leve per la rinascita e la promozione della città. Uno dei modi per creare un qualche spiraglio in questa crisi.

  • C’e’ e si vede eccome… e si sente anche e si sentirà anche di più nei prossimi mesi: L’IMU che e’ stata oggetto di grande preoccupazione e di tanti interventi sia in commissione che in consiglio. Preoccupazione che ha trovato conferma in tutte le categorie e dai sindacati che abbiamo incontrato in commissione (sia del settore produttivo che residenziale).

    In un momento di crisi in cui i redditi calano, tassare la casa, che e’ un patrimonio molto meno elastico dei redditi, non lascia scampo! Si abbatte pesante indipendentemente dalla capacità della famiglia di pagare la tassa.

    L’IMU e’ iniqua perché inique sono le rendite catastali si cui si basa, ne abbiamo parlato tante volte e siamo tutti concordi su questo. Aumentando il fattore moltiplicativo della rendita catastale come fa l’IMU, si amplifica l’iniquità insita nella base da cui parte.

    Inoltre e’ iniqua come ben spiegato in tanti articoli perché suppone che chi ha una seconda casa (pesantemente tassata) abbia anche una prima casa. Invece non e’ così in tantissimi casi ci sono persone e famiglie che si trovano con immobili o quote di immobili che non possono essere considerate prime case e quindi vengono tassate come “non prime case” in maniera pesantissima. Un appartamento di poco meno di 100 metri quadri può arrivare vicino ai 2000 euro di IMU se non e’ possibile considerarlo prima casa. Pensate a chi e’ in affitto e si compra finalmente il suo appartamento, lo ristruttura pian piano in economia. Finche’ non si trasferisce viene pesantemente tassato.

    Qui a Bologna abbiamo poi anche aumentato l’iniquità equiparando i 10.000 comodati gratuiti a parenti in primo grado che ci sono a Bologna (a tutti gli effetti sono delle prime case, ma vengono tassati come seconde case) ad appartamenti sfitti tenuti a disposizione (un lusso) oppure ad appartamenti affittati a canone libero (che generano un reddito).

    Non sono poi state agevolate le aziende che assumono, ne’ quelle di interesse storico, ma solo aziende che crescono per fusione

 

Marco Piazza

(a questo link il discorso che ho fatto come presidente della commissione bilancio)

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