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AMIANTO NELLE TUBATURE – Abbiamo richiesto un’istruttoria pubblica.

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Articolo di: 
   del: 22 gennaio 2014

Le tubature dell’acqua nel nostro Paese sono in gran parte in cemento-amianto. A Bologna abbiamo 508 km di tubature in fibrocemento, ovvero in cemento-amianto. Questo dato rappresenta il 62% del totale delle tubature idriche cittadine. In tutta Italia l’amianto è stato massicciamente utilizzato per le condotte idriche a partire dagli anni 50 e fino agli anni 80, per via delle sue buone caratteristiche fisico-meccaniche, di resistenza alla corrosione, per la facilità di posa e per il costo ridotto.

Pertanto l’acqua che arriva nei nostri rubinetti di tutta Italia scorre per lo più all’interno di tubature in cemento-amianto.

Non vogliamo creare allarmismo, ma vogliamo informare e invitare tutti (dall’OMS, all’ASL, alle aziende che gestiscono il servizio, agli enti locali, fino al singolo cittadino) alla massima attenzione e alla cautela. Nessuno al mondo può rassicurare e garantire la totale assenza di pericolo per la salute degli uomini derivante dall’ingerimento di acqua con presenze di amianto. Allo stesso modo è tuttora difficile determinare un diretto collegamento fra l’ingerimento di amianto nell’acqua e alcune forme tumorali o malattie di vario genere (cosa che invece è nota e conclamata, come sappiamo, per quanto riguarda il contatto con fibre di amianto attraverso le vie respiratorie, causa diretta di mesotelioma pleurico e di morte)

A livello di letteratura scientifica c’è un vuoto da questo punto di vista che oncologi ed esperti stanno cercando di colmare proprio in questi anni con studi e ricerche che avanzano, a grande rilento, ma avanzano.

Ciò che però possiamo asserire è che le tubature in cemento-amianto per seguire un principio di cautela e prudenza, andrebbero rimosse.

A Bologna, a fronte di 1450 rotture di tubi in 7 anni (praticamente si rompe una vecchia tubatura in amianto ogni 2 o 3 giorni) sono stati sostituiti soltanto il 2% dei tubi, ovvero siamo passati in 7 anni dal 64% al 62% di tubature in cemento-amianto. Questo vuol dire che nella mia città, di questo passo, saremmo davanti ad una completa sostituzione delle condotte e quindi fuori da ogni rischio e pericolo per la salute dei cittadini, soltanto fra 217 anni.

Mi sembra un po’ tantino.

Da un documentario girato da un regista mio omonimo, ma non mio parente, Giuliano Bugani, risulta evidente che i cittadini non sono a conoscenza di questo fatto. http://www.youtube.com/watch?v=sOdfNsr27hI

Ritengo pertanto necessario prima di tutto informare i cittadini bolognesi e più in generale i cittadini italiani, di questa situazione, sicuro che tutti gli italiani baratterebbero volentieri gli euro che vengono sottratti dalle loro tasche per finanziare gli inceneritori senza il loro consenso, con un consapevole contributo atto a eliminare i rischi derivanti dall’utilizzo di una rete idrica piena di amianto.

Fra l’altro la rete idrica è gestita in tutta Italia da grandi aziende che operano praticamente in condizioni di monopolio (con utili da capogiro e CDA lautamente retribuiti) e quindi sicuramente più di molte altre aziende avrebbero la possibilità di programmare investimenti e obiettivi futuri, ovvero potrebbero programmare una totale sostituzione di tubature in un arco di tempo ragionevole. A Bologna ho richiesto, insieme al consigliere Facci (FI) un’istruttoria pubblica a cui parteciperanno oncologi e ricercatori. Vi terremo aggiornati.

Concludo facendo le mie condoglianze a Valter Nerozzi, 65 anni, caporeparto delle officine grandi riparazioni di Bologna, deceduto ieri per mesotelioma pleurico. Aveva scoperto di avere il tumore poco più di un anno fa ed è una delle oltre duecento vittime dell’amianto usato sui treni e cominciato a smaltire da OGR negli anni Settanta. http://bologna.repubblica.it/cronaca/2014/01/21/news/amianto_morto_caporeparto_delle_officine_grandi_riparazioni-76557247/

 

MAx Bugani – M5S Bologna

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